Sedici indagati, un avvocato, un notaio e cinque commercialisti interdetti dalla professione. Obbligo di dimora per un imprenditore
Falsificare le “carte” per evitare il crack del Gruppo imprenditoriale Nivola per evitare così che dal fallimento potessero venir fuori le “razzie predatorie” compiute sui beni delle società dai loro amministratori: era questo il compito dei professionisti assoldati da Angelo Nivola, imprenditore del settore edile e amministratore di fatto della Nivola Giuseppe S.r.l., finito ai “domiciliari” esattamente un anno fa per bancarotta fraudolenta, ad opera delle Fiamme Gialle di Nuoro, coordinate anche in quell’occasione – dal Dott. Andrea Schirra, magistrato della Procura di Nuoro.
I professionisti sono stati tutti interdetti dall’esercizio della professione.
Si tratta di Giuseppe Farci (avvocato, titolare di uno studio legale di Nuoro); Alberto Annis, Paolo Perseu, Maria Gabriella Demontis, titolari, tutti e tre, di studi commercialisti a Oristano; Emanuela Aru, commercialista di Nuoro; Felice Andreani, notaio, attualmente esercente in provincia di La Spezia); Armando Luigi Bellodi, ragioniere, gestore di fatto di un centro di elaborazioni dati di Nuoro.
Per arrivare a una soluzione concordata della crisi dell’impresa (l’ammissione cioè alla procedura di concordato preventivo) e, quindi, salvare le società dei Nivola da fallimento certo, era necessario presentare al giudice delegato del fallimento e ai creditori una situazione contabile societaria, un piano concordatario e l’attestazione di un professionista che fossero convincenti. È così iniziata l’affannosa ricerca, da parte dell’avvocato Giuseppe Farci, legale della società, di professionisti – meglio se non residenti nella provincia di Nuoro, in quanto maggiormente credibili – disposti a predisporre il piano concordatario creato ad hoc e a certificare la veridicità delle “fandonie” – questo il termine utilizzato, in una conversazione intercettata, da una delle indagate – in esso contenute (tra cui, anche false perizie di stima di immobili).
Per la stesura materiale del falso piano e dell’attestazione di validità (redatti, comunque, con la continua assistenza del professionista nuorese Emanuela Aru. e dello stesso Angelo Nivola), sono stati, alla fine, individuati i commercialisti di Oristano Paolo Perseu e Maria Gabriella Demontis.
L’incarico di “attestatore”, invece, è stato affidato a un altro professionista di Oristano, Alberto Annis: il suo compito era semplicemente quello di convalidare la fattibilità del piano, mettendo una firma, a occhi chiusi, sulla documentazione già bell’e pronta. Naturalmente, lo scellerato patto prevedeva, per ciascuno dei commercialisti di Oristano (Perseu, Demontis e Annis), un compenso extra, risultato effettivamente pagato “in nero”.
Per tali motivi il Sostituto Procuratore Schirra contesta a detti professionisti i reati di corruzione in atti giudiziari, falsa attestazione e falso in atto pubblico.
Ma non è tutto. Non si esauriva qui, infatti, la schiera dei “colletti bianchi” vicini a Angelo Nivola per la realizzazione dei suoi obiettivi criminali: si va dal notaio ligure, Giuseppe Farci – accusato di aver registrato un atto pubblico diverso – poiché falsificato – da quello precedentemente rogitato – al ragioniere di Nuoro, Armando Luigi Bellodi,tirato in ballo dall’imprenditore per cercare una “testa di legno” cui affidare il ruolo di fittizio liquidatore di altra società riconducibile al Nivola – la “Appalti e Costruzioni S.r.l.”, oggi fallita – e per far sparire la relativa documentazione contabile, impedendo al curatore fallimentare la ricostruzione degli affari della società con danno per i creditori.
Il ragioniere nuorese non è nuovo a rendere “servizi professionali” di questo tipo. Non solo si sarebbe, infatti, adoperato per cercare un “prestanome” anche per la Società Cento Case, gestita da un altro imprenditore – cui, sempre oggi, è stato notificato l’obbligo di dimora – Franco Baldinu, di Capoterra, in provincia di Cagliari, ma si era già in passato – all’inizio del 2012 – prodigato a favore di Franco Cancellu, noto commerciante di Nuoro – per scagionarlo dal reato di occultamento della contabilità -, falsificando documenti dell’Agenzia delle Entrate e dichiarando il falso durante il processo. Tutti reati – compresi questi ultimi – che, con l’esecuzione delle attuali ordinanze emesse del Giudice per le Indagini Preliminari – Dott. Mauro Pusceddu , il ragioniere sconterà, insieme agli altri professionisti, con l’interdizione dall’esercizio della professione.
In totale gli indagati coinvolti nella complessa indagine sono 16.
Alla prima bancarotta relativa alla Società Impresa Nivola Costruzioni, ha fatto poi seguito il crack di altre 5 società riconducibili al gruppo Nivola (Gabbiano, San Pietro, Appalti e Costruzioni, NG, e Nivola Giuseppe), oltre alla bancarotta della Società Planetal – indagato Franco Salvatore Cancellu con il ragioniere A.L.B. – e della Cento Case. Svariate le ulteriori contestazioni agli indagati, comprendenti anche numerosi fatti di bancarotta fraudolenta documentale, ingenti distrazioni patrimoniali dalle casse societarie e causazioni dolose del dissesto societario.
Significative della situazione di asservimento e complicità tra i Nivola, l’avvocato Giuseppe Farci e il commercialista Emanuela Aru, sono le plurime distrazioni patrimoniali e falsità documentali fatte dai tre indagati, a danno della Società Nivola Giuseppe e dei creditori della stessa.
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