Da oltre una settimana la non potabilità dell’acqua della rete pubblica nuorese e dei paesi del circondario sta creando non pochi problemi ai cittadini i quali, per utilizzi alimentari, sono costretti ad acquistarne scorte ingenti, dal momento che a oggi non è chiaro quando si potrà porre fine all’emergenza.
La cosa, ovviamente, non riguarda solo i “normali” cittadini ma anche, e in misura ancor maggiore, i pubblici esercizi quali ad esempio bar, ristoranti, pizzerie, panifici e così via dicendo, tutte attività che quotidinamente devono far uso di ingenti quantità del preziono liquido per le loro preparazioni, di cui esso costituisce un ingrediente determinante.
Come se non bastassero le difficoltà generate dalla non potabilità e dal conseguente divieto d’utilizzo, nei giorni scorsi si è aggiunto un ulteriore problema: il nove marzo scorso (a cinque giorni dall’ordinaza con la quale il sindaco di Nuoro Alessandro Bianchi vietava l’utilizzo dell’acqua della rete pubblica cittadina per scopi alimentari), l’ente gestore, Abbanoa, diramava un comunicato stampa (rimbalzato prontamente da tutti gli organi di informazione) attraverso il quale dichiarava rientrati nella norma i parametri a Nuoro e in altri nove centri del Nuorese. La cosa, nonostante il Comune continuasse a mantenere il divieto in attesa delle controanalisi dell’ASL, ha generato non poca confusione negli utenti, molti dei quali hanno ripreso i consumi.
Come era facile aspettarsi, ieri, le contoanalisi effettuate dall’ASL ieri hanno smentito la notizia diffusa da Abbanoa.
In merito alla questione presnde posizione l’associazione di categoria Concommercio: «La situazione è seria, oramai un emergenza, e chi deve provvedere sta ad osservare inerte i problemi che bar ristoranti panificatori, pasticcerie e tutti coloro che usano quotidianamente acqua potabile si trovano ad affrontare con il rischio di chiudere bottega ed attendere che la situazione igienica dell’acqua migliori.
Dilettantismo irresponsabilità e superficialità è stata dimostrata da Abbanoa che, con la comunicazione del 9 marzo, ha diffuso notizie circa la bontà dell’acqua senza attendere i risultati certificati della ASL che hanno puntualmente smentito le rilevazioni dell’ente gestore.
Tutto questo ha creato disorientamento e sconcerto nei confronti delle imprese e dei consumatori.
Ci siamo premurati ad avvisare gli operatori che senza l’ordinanza del sindaco e le analisi della ASL, la comunicazione di Abbanoa non era da considerarsi valida per gli utenti. Ci chiediamo perché è stato creato da parte dell’ente gestore questo caos e se qualcuno dei vertici, dall’Amministratore Delegato al Direttore Generale si siano minimamente posti il problema della confusione che si andava a creare. Chi pagherà per questo?
Nessuno ha provveduto ad abbozzare un minimo piano per alleviare i disagi delle attività commerciali coinvolte in questa emergenza. Dove sono le autorità solitamente chiamate ad agire in questi casi».
Confcommercio invita coloro che hanno subito danni da questo evento a rivolgersi presso i propri uffici dove saranno date informazioni su come comportarsi e richiedere a Abbanoa che venga riconosciuto, anche attraverso delle riduzioni di bolletta, il danno patito.
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