Su Connottu: i Vespri nuoresi rischiano di cadere nell’oblio – Prima Parte

Salvatore

Su Connottu: i Vespri nuoresi rischiano di cadere nell’oblio – Prima Parte

di Michele Pintore
venerdì 25 Aprile 2025 - 06:00
Su Connottu: i Vespri nuoresi rischiano di cadere nell’oblio – Prima Parte

Ricostruzione storica dei Moti de Su Connottu (foto S.Novellu)

NUORO – C’è una pagina fondamentale di storia e di riscossa nuorese, ovvero la prossima ricorrenza del 26 aprile 2025, data che ricorda ai nuoresi e non solo il 157° anniversario dei tragici moti popolari de Su Connottu; una data che dovrebbe rimanere ben impressa nel calendario degli eventi di storia cittadina e, invece, rischia di essere dimenticata. Recuperata dall’oblio grazie a un lungo e complesso lavoro di ricerca effettuato nel 2018 dallo scrivente e da Gianfranco Conti in occasione del 150° anniversario, ci si auspicava che lo storico avvenimento diventasse nel tempo un appuntamento annuale fisso, da ricordare e tramandare ai posteri, invece, dopo l’ultima rievocazione storica tenutasi due anni fa a Lollove e un’iniziativa organizzata dagli studenti l’anno scorso, a meno di colpi di scena dell’ultim’ora, quest’anno sembra che dei Moti de Su Connottu ci si sia nuovamente dimenticati, soprattutto per quanto riguarda iniziative promosse da parte istituzionale.

Ricostruzione storica dei Moti de Su Connottu (foto S.Novellu)

Ricostruzione storica dei Moti de Su Connottu (foto S.Novellu)

LA LIBERAZIONE E SA DIE DE SA SARDIGNA – Altre importanti ricorrenze ricadenti negli stessi giorni, come il 25 Aprile, anniversario della Liberazione d’Italia dal nazifascismo, o quella che due giorni dopo ricorda La cacciata dei Piemontesi, hanno purtroppo contribuito a far passare in secondo piano la storica ricorrenza nuorese del 26 aprile.

L’EDITTO DELLE CHIUDENDE – I moti de Su Connottu vengono spesso confusi, talvolta anche da parte di molti cultori di storia locale, con un’altra storica pagina di storia sarda, legata ugualmente alla gestione comunitaria del territorio e a tragici fatti di lotta per il possesso della terra, fonte di lavoro e sopravvivenza, l’Editto delle chiudende del 6 ottobre 1820. Bisogna fare una netta distinzione tra i due fatti storici: l’Editto delle chiudende fu il frutto di un tentativo, da parte di Vittorio Emanuele I, di incrementare l’attività agricola in Sardegna, permettendo a privati cittadini che ne avessero la possibilità di recingere vasti appezzamenti di terreno da adibire a tale attività. I risultati, anche per causa dei tentativi, non sempre legali e onesti di applicare la legge, portarono a violente proteste, sommosse popolari e conseguenti abbattimenti dei muri dei terreni recintati (Tancas serradas a muru…).

Ricostruzione storica dei Moti de Su Connottu (foto S.Novellu)

Ricostruzione storica dei Moti de Su Connottu (foto S.Novellu)

CAUSE E EFFETTI DEI MOTI DE SU CONNOTTU – I moti de Su Connottu furono, invece, la dura conseguenza dell’applicazione della legge del 23 aprile 1865, n. 2252, che autorizzava i comuni all’abolizione degli usi e dei diritti di ademprivio e di cussorgia, e alla conseguente messa in vendita al migliore offerente, entro 3 anni (23 aprile 1868, in caso contrario sarebbero intervenute le R. Prefetture) dei terreni comunali, gravati da usi civici “essenziali”, come pesca, caccia, ghiandatico, legnatico e pascolo. Nel caso del Comune di Nuoro, il provvedimento riguardava terreni quantificati in circa 1.000 ettari, ricadenti nel Monte Ortobene, limitrofi all’abitato di Nuoro, e circa 3.000 ettari nel “salto” di Sa Serra, a confine con Orani, Benetutti e Orune. L’applicazione della legge fu conseguenza di proteste e gravi disordini da parte della cittadinanza nuorese: venerdì 24 aprile 1868, una piccola folla di donne prese d’assalto la Sottoprefettura nel disperato tentativo di un intervento del sottoprefetto Giovanni Pes di San Vittorio per una revoca del provvedimento legislativo ormai in scadenza. Il funzionario tentò di placare gli animi esasperati congedando le donne con parole rassicuranti ma queste promisero di scendere in piazza con gli uomini la domenica successiva, 26 aprile. In città la tensione era alta, si respira già aria di sommossa.

Estratto dall'elenco degli imputati per i moti de Sui Connottu

Estratto dall’elenco degli imputati per i moti de Sui Connottu

Dopo un ennesimo tentativo andato a vuoto, presso la sottoprefettura, Pasqua Zau (al secolo Pasqua Selis), una decisa e determinata popolana nuorese, come la ben più nota Marianne della Rivoluzione Francese, con una bandiera fatta di stracci e al grido di A Su connottu!… Torramus a Su connottu! (APPROFONDISCI), con accanto la figlia Tonina, alla testa di una turba di trecento disperati prese d’assalto il Palazzo Palazzo Martoni, nell’allora via Margherita (attuale via Chironi 5), sede del comune di Nuoro. La folla si fermò vociante davanti all’edificio pubblico, quando una certa Tonia Ormena, una energica popolana armata di scure, abbatté imprecando il portone principale dell’edificio comunale. A questo punto la folla esasperata fece irruzione nel palazzo, mise quindi a soqquadro gli uffici comunali, bruciando e distruggendo tutta la documentazione relativa ai piani di lottizzazione dei terreni comunali messi in vendita. La sommossa si concluse con l’arresto dei responsabili. Ci si rese conto da subito che la sommossa, in fondo, era stata una “guerra di poveri” in lotta per la sopravvivenza”.

APPUNTAMENTO A DOMANI CON IL RACCONTO DEI LUOGHI DE SU CONNOTTU

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