NUORO – Il giorno di Pasqua Papa Francesco ha voluto salutare i fedeli di tutto il mondo in piazza San Pietro con l’augurio di Buona Pasqua: non era solo un saluto ma un addio, perché la mattina dopo è stato chiamato alla vita eterna. Il giorno dopo Pasqua Nuoro si è svegliata col suono delle campane della Cattedrale che suonavano a morto per annunciare la scomparsa di Papa Francesco. In una città deserta, col cielo coperto da nuvole grigie e pochi turisti a passeggio, un segnale di tristezza per la nostra comunità. Oggi, mercoledì 23 aprile, alle ore 20 nelle cattedrale Santa Maria delle Neve si svolgerà la veglia diocesana in suffragio di Papa Francesco, una cerimonia officiata da monsignor Antonello Mura, vescovo della diocesi Nuoro-Ogliastra.

La cattedrale di Nuoro pronta per la veglia (foto S.Meloni)
Numerosi sono in questi giorni i messaggi di cordoglio, dalle più alte cariche istituzionali, capi di stato stranieri, associazioni di volontariato. Francesco è stato il Papa di tutti ma in particolare ha dato voce a chi non ha voce, agli ultimi, gli invisibili, quelli che vivono la loro situazione di povertà, emarginazione con molta dignità, malati, carcerati, anziani. Lo ricorda Domenico Pantaleo, presidente nazionale dell’AUSER (Autogestione dei Servizi – associazione si solidarietà per l’invecchiamento attivo), in una nota esprime cordoglio per la morte di Papa Francesco: “Ci lascia un grande uomo, un nostro punto di riferimento. Non dimenticheremo le sue parole contro l’indifferenza verso le persone anziane che non possono essere considerate degli scarti umani”.
Anche Giorgio Cremaschi, dirigente nazionale dell’USB (Unione Sindacale di Base), ricorda le parole del Papa quando tre mesi fa lo ricevette in udienza con una delegazione di portuali genovesi, che bloccavano le navi cariche di armi dirette in Israele, Francesco disse: «Bravi continuate cosi, io da ateo – dice Cremaschi – lo ricordo e lo ammiro per questo, non era semplicemente il Papa della pace, ma della lotta attiva contro l’ingiustizia sociale, climatica che alimentano i conflitti».
F. Nieddu