Orosei: un viaggio sacro nel cuore della Settimana Santa

Salvatore

Orosei: un viaggio sacro nel cuore della Settimana Santa

sabato 19 Aprile 2025 - 11:04
Orosei: un viaggio sacro nel cuore della Settimana Santa

Orosei, Iscravamentu

Nel suggestivo borgo di Orosei, incastonato nella storica subregione delle Baronie, la Settimana Santa si dispiega in una serie di riti intensi e partecipati, che affondano le radici in antiche tradizioni di matrice iberica. Un percorso spirituale che inizia con la Quaresima e culmina nella gioia della Resurrezione, coinvolgendo l’intera comunità in un’esperienza di fede profonda e sentita.

 SAS RUGHES E SOS TZIOMMOS: IL DOLORE CHE PRECEDE LA LUCE  –  Già nei venerdì di Quaresima, Orosei si raccoglie nella commovente cerimonia de sas Rughes, una Via Crucis solenne accompagnata dalla presenza di sos Tziommos (dal latino Ecce Homo) statue lignee che incarnano Cristo nei momenti più toccanti della sua Passione. Queste sculture sacre guidano la preghiera e la meditazione dei fedeli, preparando i cuori al mistero pasquale.

 DOMENICA DELLE PALME: UN INNO ALLA PACE E ALLA PROTEZIONE  –  La Domenica delle Palme segna l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme. A Orosei, ramoscelli d’ulivo e palme artisticamente intrecciate, chiamate pàssios, vengono portati in processione, benedetti e poi custoditi nelle case come simbolo di protezione e auspicio di pace.

 MARTEDì SANTO: LA PROCESSIONE DEI MISTERI, UN TESORO RITROVATO –  La sera del Martedì Santo rivive un’antica tradizione, ripristinata con cura nei primi anni del nuovo millennio: la processione dei Misteros. Partendo dall’Oratorio della Confraternita di Santa Croce, un corteo composto dai confratelli e dalle consorelle (corfàrios e mandatàrias) delle tre confraternite (Sas Ànimas, Santa Rughe e Su Rosàriu) si snoda per le vie del paese. Essi portano in processione la croce e sos Tziommos, visitando sette chiese in un itinerario di preghiera e canto. Le voci dei cantori si elevano con il Miserere e le laudi sacre (gotzos), creando un’atmosfera di intensa spiritualità.

Orosei, Iscravamentu

Orosei, Iscravamentu

GIOVEDì SANTO:  TRA L’ULTIMA CENA, LA LAVANDA DEI PIEDI E LA RICERCA DOLOROSA –  Il Giovedì Santo è dedicato alla commemorazione dell’Ultima Cena con la Missa in Coena Domini, annunciata dal mesto suono delle campane legate a lutto fino alla Resurrezione. Durante la celebrazione si svolge il toccante rito de su lavabu, la lavanda dei piedi, in cui il sacerdote ripete il gesto di Gesù verso dodici confratelli. Al termine della Messa, dagli oratori delle tre confraternite si avviano la Protzessione de sos Sepurcros e sas Chircas, la commovente ricerca del Figlio da parte dell’Addolorata. Due statue della Madonna percorrono le vie di Orosei, mentre i fedeli visitano i Sepolcri, altari allestiti con cura dalle prioresse e dalle mandatàrias. Il crocifisso riposa su cuscini adorni di fiori, candele, pani benedetti e i suggestivi sos nenneres, germogli di cereali e legumi coltivati al buio come simbolo di vita latente. Ai lati, palme e ulivi incorniciano la scena. Nella chiesa parrocchiale, al centro de su Sepurcru, il tabernacolo custodisce le Sacre Specie. Nelle sette chiese, accanto ai Sepolcri, il simulacro della Madonna è vegliato dai cantori che intonano i gotzos de sa Jovia Santa, canti che esprimono il dolore materno. La sera si conclude con sa Suchena, una cena rituale a base di zuppa di pesce e anguille, rievocativa dell’Ultima Cena, aperta e chiusa dal canto del Miserere.

Orosei, Iscravamentu

Orosei, Iscravamentu

VENERDÌ SANTO: S’ISCRAVAMENTU E S’INTERRU, IL CULMINE DEL DOLORE  –  Il Venerdì Santo è il giorno del lutto per la morte di Cristo, segnato da due momenti rituali centrali: s’Icravamentu (la deposizione dalla croce) e s’Intzerru (il corteo funebre), entrambi curati dalla Confraternita di Santa Croce. Il priore invita ufficialmente le altre confraternite a partecipare, trasportando il Cristo Morto e la Madonna Addolorata. Anche s’Iscravamentu, come la processione dei Misteri, è stato recentemente ripristinato, e le sue fasi (la rimozione della corona di spine, l’estrazione dei chiodi) sono accompagnate da canti sacri come lo Stabat Mater, il Kirie e le Sette ispadas de dolore. Segue la processione de s’Interru de Zesu Gristu, guidata dal priore del Rosario. Il Cristo velato, deposto su una lettiga riccamente ornata (su brossolu), è portato in processione dai confratelli di Sas Ànimas, insieme agli strumenti della Passione. Al centro del corteo, i confratelli di Santa Rughe portano la grande croce scura (Sa Rughe Manna), mentre l’Addolorata è portata dai confratelli del Rosario. Una folla silenziosa e commossa chiude il corteo, recitando il Rosario e ascoltando i cantori intonare strofe del Miserere e sos gotzos de s’Interru ad ogni stazione. Al termine, i simulacri ritornano all’Oratorio di Santa Croce, dove un singolo cantore intona una toccante monodia sul dialogo tra Gesù e il peccatore.

SABATO SANTO: L’ATTESA DELLA RESURREZIONE E LA PREPARAZIONE FESTOSA –  Il Sabato Santo è un giorno di silenziosa attesa. Negli Oratori di Orosei, in particolare in quelli del Rosario e di Santa Croce, si preparano le Sas Arcadas, nicchie decorate con fiori freschi, pronte ad accogliere le statue del Cristo Risorto e della Vergine Madre per il culmine dei riti pasquali.

 DOMENICA DI PASQUA: S’INCONTRU, L’APOTEOSI DELLA GIOIA –    La mattina della Domenica, i confratelli raccolgono la pervinca, che ornerà il percorso della processione pasquale. Le Sas Arcadas, decorate con asparagina e fiori, attendono i simulacri. Al rintocco festoso delle campane, finalmente sciolte dal lutto, si celebra S’Incontru, il commovente incontro tra le statue del Cristo Risorto e della Madonna. Portate da due processioni distinte, le statue si inchinano in segno di saluto, mentre il velo che copre la Madonna viene gradualmente rimosso, rivelando la gioia della Madre per la Resurrezione del Figlio. Il culmine del giubilo si raggiunge con il canto del Magnificat e lo scambio delle insegne tra le confraternite, simbolo di fratellanza. Il suono festoso delle campane invita infine i fedeli alla solenne Messa di Pasqua.

I riti della Settimana Santa di Orosei sono un prezioso scrigno di tradizioni, un ponte tra il passato e il presente che continua a emozionare e coinvolgere la comunità. La ricchezza dei simboli, la profondità dei canti e la sentita partecipazione popolare testimoniano una fede viva e radicata, che si rinnova di anno in anno, mantenendo intatto il fascino di un evento che affonda le sue radici nella storia e nella spiritualità dell’isola. L’uso di elementi naturali come la pervinca e l’asparagina, carichi di significati propiziatori e di speranza, sottolinea il legame profondo tra la comunità e la sua terra, in un rito che celebra la vittoria della vita sulla morte.

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