Orgosolo piange l’ex Primula rossa, martedì i funerali

Salvatore

Orgosolo piange l’ex Primula rossa, martedì i funerali

domenica 13 Aprile 2025 - 08:33
Orgosolo piange l’ex Primula rossa, martedì i funerali

Graziano Mesina al suo arrivo a Orgosolo dopo la scarcerazione nel 2018

Orgosolo piange  si prepara ai funerali dell’ex primula rossa del banditismo sardo, spentosi a Milano dopo una lunga detenzione e una breve scarcerazione. La notizia della morte di Graziano Mesina ha raggiunto Orgosolo poco dopo mezzogiorno di ieri, serpeggiando tra le vie del paese barbaricino che, in vista delle imminenti festività pasquali, iniziava ad accogliere i primi turisti, in particolare stranieri.

Le agenzie di stampa hanno battuto in fretta poche righe essenziali: l’ex bandito, ricoverato da meno di 24 ore, si è spento all’età di 83 anni in una stanza del San Paolo di Milano, dopo aver trascorso oltre metà della sua vita nelle carceri di mezza Italia.

Nei bar e lungo le strade, la sua scomparsa è il principale argomento di conversazione. “Erano altri tempi quando il suo nome divenne noto e anche il paese aveva altri problemi. Oggi, per fortuna, è cambiato in meglio, ed è un bene per tutti,” commentano alcuni avventori di un locale.

Ora, la sua Orgosolo si prepara ad accoglierne la salma per i funerali previsti martedì. L’ex primula rossa del banditismo sardo farà ritorno nella sua terra da morto. Aveva 83 anni, era gravemente malato e detenuto nel carcere di Opera. Solo ieri le sue legali avevano ottenuto dal Tribunale di sorveglianza la scarcerazione. Il suo desiderio era di tornare sull’isola, ma le sue condizioni erano così critiche che dal carcere è stato trasferito direttamente al reparto detenuti del San Paolo di Milano. Lì si è conclusa la sua lunga storia, costellata di reati, arresti ed evasioni.

Il suo primo arresto risale all’età di 14 anni per porto abusivo d’armi, seguito da una prima condanna per omicidio. Da lì, una serie di spettacolari evasioni, tra cui un lancio da un treno in corsa durante un trasferimento e la fuga dal carcere di San Sebastiano a Sassari, scavalcando il muro di cinta.

Nel 1992, il suo ruolo controverso nella liberazione di Farouk Kassam. Dopo la grazia concessa nel 2004, seguirono nove anni di libertà per “Grazianeddu” nella sua Orgosolo, dove aveva intrapreso una nuova vita come guida turistica nel Supramonte. Tuttavia, la sua carriera criminale non era ancora finita.

Nel 2013, un nuovo arresto per associazione a delinquere e traffico di droga, culminato in una condanna a 30 anni di carcere, divenuta definitiva nel 2020. Mesina era stato scarcerato un anno prima, ma si era reso nuovamente irreperibile poco prima della sentenza della Cassazione, dando il via a un’altra latitanza di un anno e mezzo, sempre in Sardegna. L’ultimo arresto risale al dicembre del 2021 a Desulo.

La scarcerazione di Graziano Mesina è giunta dopo le numerose istanze di differimento della pena presentate nelle scorse settimane dalle avvocate Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier al Tribunale della Sorveglianza di Milano. In seguito all’ultima visita nel reparto di medicina penitenziaria del carcere di Opera, le legali avevano evidenziato la fase terminale della sua malattia oncologica e la sua incapacità di camminare, alimentarsi, parlare e riconoscere le persone. “Il Tribunale della Sorveglianza ha però continuato a respingere le nostre istanze sulla base della dichiarazione di persistente e attuale pericolosità da parte della Procura di Cagliari,” avevano dichiarato le avvocate, “nonostante le cartelle cliniche che attestano il pericolo di morte.” Solo ieri era arrivato il tanto atteso sì dalla Sorveglianza, ma prima che si potesse organizzare il suo trasferimento in Sardegna, questa mattina alle 8 è sopraggiunto il decesso.

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