“Fino all’ultimo Graziano Mesina è rimasto in carcere. Su di lui c’è stato una sorta di accanimento”. Sono le parole cariche di amarezza di Beatrice Goddi, una delle avvocate che insieme a Maria Luisa Vernier ha assistito l’ex primula rossa del banditismo sardo nelle sue lunghe vicende giudiziarie. Il commento arriva dopo la notizia del decesso di Mesina, avvenuto questa mattina alle 8 nel reparto detenuti dell’ospedale San Paolo di Milano.
“Siamo molto dispiaciute e anche contrariate perché si poteva scarcerarlo prima, almeno un mese fa,” ha aggiunto con un velo di tristezza l’avvocata Goddi. “Oggi ci stavamo preparando per andare a trovarlo con alcuni familiari e organizzare il suo trasferimento in Sardegna, invece c’è stato questo epilogo.”
Le parole del legale di Mesina gettano un’ombra sulle ultime fasi della vita dell’ex bandito, sottolineando un presunto “accanimento” giudiziario e il rimpianto per un ritorno nella sua amata Sardegna che non si concretizzerà mai. Il ricordo dell’avvocata tratteggia un uomo che, nonostante il suo passato controverso, negli ultimi tempi sperava di poter trascorrere i suoi ultimi giorni nella sua terra natale.