NUORO – La provincia di Nuoro, insieme a quella di Sassari, figura tra le aree più vulnerabili d’Italia a seguito dei potenziali dazi imposti dagli Stati Uniti sul settore agroalimentare. A lanciare l’allarme è l’Ufficio studi di Cia – Agricoltori Italiani, che ha analizzato l’impatto delle barriere protezionistiche annunciate.
Secondo l’analisi, Nuoro e Sassari destinano ben il 65% di tutta la loro produzione agroalimentare al mercato statunitense. Un dato che evidenzia una forte dipendenza da questo specifico sbocco commerciale e che le espone in maniera significativa a eventuali ritorsioni tariffarie.
Il prodotto di punta esportato dalle province sarde è il Pecorino Romano, la cui produzione in Sardegna ammonta al 90% del totale nazionale. Questo formaggio viene largamente utilizzato oltreoceano dall’industria alimentare per aromatizzare patatine in busta e altri snack.
“Se il prezzo del Pecorino Romano non sarà più competitivo, verrà probabilmente sostituito da altri formaggi di pecora americani – evidenzia Cristiano Fini, presidente nazionale di CIA -. Questo determinerebbe un crollo per l’economia delle province dell’isola che si regge su quella filiera. A preoccupare sarà anche il prezzo del latte, che potrà subire contraccolpi immediati”.
La forte concentrazione delle esportazioni agroalimentari sarde verso gli Stati Uniti rende quindi il territorio nuorese particolarmente sensibile alle decisioni commerciali d’oltreoceano, con potenziali ripercussioni significative sull’intera filiera del Pecorino Romano e, di conseguenza, sull’economia locale.