Una vera e propria odissea burocratica e sanitaria sta vivendo una famiglia del nuorese a causa della mancata sostituzione del diabetologo, dopo la sua andata in pensione, a gennaio, all’ospedale di Bosa. A lanciare un appello disperato alle istituzioni sanitarie Cristina Biccai, la figlia della protagonista della vicenda, ovvero un’anziana ex malata oncologica, operata tre volte alla schiena, portatrice di handicap grave (e legata per muoversi all’uso di un deambulatore) e diabetica insulino-dipendente da trent’anni.
L’ODISSEA DEL PIANO TERAPEUTICO – Il problema principale riguarda il rinnovo del piano terapeutico per gli ausili necessari alla misurazione della glicemia (strisce reattive, aghi, pungidito), scaduto a gennaio. La prenotazione di una prima visita diabetologica in zona si è rivelata impossibile prima di otto mesi, costringendo la figlia a programmare una visita a Sassari tra un mese, con tutte le difficoltà logistiche e di salute che comporta il viaggio per l’anziana madre.
L’APPELLO DELLA FIGLIA – In preda alla disperazione, la figlia si è rivolta alle direzioni sanitarie di Macomer e Bosa. Da Macomer ha ricevuto una fornitura temporanea di presidi, insieme al consiglio di adottare un sistema di monitoraggio continuo della glicemia tramite smartphone. Una soluzione impraticabile nel caso specifico, poiché l’anziana madre non possiede né desidera utilizzare uno smartphone, non avendone le competenze.
L’ATTESA VANA – La risposta da Bosa, invece, seppur inizialmente più cordiale a livello telefonico, si è tradotta in un’attesa vana. Nonostante la segnalazione della grave situazione il 4 marzo, ad oggi (18 marzo) la famiglia non ha ricevuto alcun riscontro. Nel frattempo, la figlia è costretta ad acquistare privatamente i costosi presidi per la misurazione della glicemia, dispositivi che spetterebbero di diritto alla madre in quanto paziente diabetica insulinodipendente.
La vicenda evidenzia le gravi difficoltà che i pazienti cronici e fragili possono incontrare a causa della carenza di personale medico e delle lungaggini burocratiche, soprattutto in territori periferici. Cristina spera in un intervento urgente da parte delle autorità competenti per garantire alla madre la continuità terapeutica di cui necessita.