Il Coordinamento No.Nucle-No.Scorie lancia un appello accorato alla popolazione sarda in vista della scadenza del 27 febbraio, termine ultimo per i comuni sardi per presentare osservazioni al Ministero dell’Ambiente sulla possibile localizzazione del deposito unico nazionale di scorie nucleari nel territorio isolano.
Il Coordinamento denuncia con forza l’operazione “di imbonimento” messa in atto da SOGIN, volta a convincere i sardi con “ingannevoli perline” e “un compenso adeguato” per trasformare la Sardegna in una “pattumiera radioattiva”. Un’azione che viene definita “coloniale”, successiva all’atto d’imperio del 2023 contenuto nell’art.11 co. bis del D.L. 9 dicembre 2023 n° 81, che, secondo il Coordinamento, mira a imporre le scorie radioattive sull’isola, nonostante nessun comune sardo si sia autocandidato ad ospitarle.
“Il vostro ragionamento è chiaro – scrive il Coordinamento – questi “escementi” vanno allontanati dalla Vostra bella Italia, non intonano con la Cappella Sistina, con la cupola del Bramante”. E ancora: “Le scorie nucleari devono essere portate in Sardegna, discarica coloniale, dove ci sono i fumi delle acciaierie, l’amianto della Riversa, l’uranio impoverito con le simulazioni di guerra, la fabbrica di bombe che segna il destino di morte in cambio del ricatto occupazionale”.
Da qui l’appello del Coordinamento a ripetere le manifestazioni No.Nucle-Die in piazze, porti e aeroporti, con una mobilitazione di tutto il popolo sardo a difesa del territorio, del destino e del futuro dei propri figli. “La minaccia radioattiva incombe sulla testa dei sardi – conclude il Coordinamento – proporremo le No.Nucle – Die nelle piazze, porti, aeroporti”. Il prossimo appuntamento in piazza a Cagliari è per il 27 febbraio.
F. N.