Emergenza idrica. Proroga o morte? Le imprese di Nuoro chiedono più tempo per non affondare

La grave siccità che sta attanagliando il territorio del Nuorese ha raggiunto livelli di allarme senza precedenti, mettendo a dura prova il tessuto economico locale. Un tavolo di confronto, tenutosi ieri mattina alla presenza delle principali associazioni di categoria e delle istituzioni, ha evidenziato un quadro preoccupante e ha sottolineato l’urgenza di trovare soluzioni immediate ed efficaci. Alla riunione hanno presieduto  il presidente della Confesercenti, Roberto Cadeddu, il direttore della Confindustria, Luigi Ledda, il presidente della Confagricoltura, Michele Ena, il presidente della Copagri Roberto Mura, il presidente della Confartigianato Pietro Mazzette, il Presidente della Confcommercio Agostino Cicalò e il direttore della Coldiretti, Alessandro Serra. 

Le associazioni hanno espresso forti preoccupazioni e avanzato alcune proposte concrete al Commissario Straordinario della Provincia di Nuoro, Giuseppe Ciccolini, al Presidente di Abbanoa, Giuseppe Sardu, al Presidente di EGAS, Fabio Albieri e al Segretario Generale della Camera di Commercio di Nuoro, Carmelo Battaglia.

La novità di quest’anno risiede nella siccità invernale, un fenomeno inusuale che sta mettendo in ginocchio le aziende di tutti i settori. Le restrizioni idriche, fino ad ora associate ai mesi estivi, stanno ora condizionando pesantemente l’attività produttiva, mettendo a rischio la sopravvivenza di molte imprese.

IMPRESE A RISCHIO CHIUSURA – Durante  l’incontro è stato evidenziato che non tutte le aziende riusciranno ad attutire il colpo e di certo non si può far ricadere su di esse le peggiori condizioni, soprattutto se si considera che molte di esse non sono pronte alle limitazioni imposte da Abbanoa. Alcune hanno ridotte capacità di approvvigionamento non in linea con le attività di produzione portate avanti, altre non hanno gli spazi fisici per dotarsi di serbatoi, ad esempio quelle che ricadono nei centri storici. Altre quelle del settore della trasformazione dei prodotti primari, hanno necessità di continuità lavorativa della filiera di produzione. Ci sono intere aree come le zone PIP, su cui ricadono aziende artigianali e industriali, che non possono subire l’ennesimo attacco alla loro stabilità.

LE RICHIESTE DELLE IMPRESE – La prima richiesta è stata  una proroga della scadenza del 27 gennaio, per consentire alle aziende di organizzarsi adeguatamente e trovare soluzioni alternative.  Si è proposto di dimezzare la durata delle interruzioni idriche, passando da 24 a 12 ore, per mitigare gli impatti negativi sull’attività produttiva.  È stata avanzata la richiesta di un maggiore coinvolgimento di Protezione Civile e Vigili del Fuoco per garantire l’approvvigionamento di acqua potabile alle aziende in difficoltà.  Si vuolr lo stato di crisi per snellire le procedure e accelerare la realizzazione delle infrastrutture necessarie a migliorare la rete idrica.

UN PROBLEMA STRUTTURALE – Le associazioni di categoria hanno evidenziato che  la carenza di piogge è sicuramente un fattore aggravante, ma il problema sembra essere più profondo e legato alla mancanza di una programmazione a lungo termine. La scarsità di risorse idriche, unita alla vetustà della rete, sta mettendo a dura prova il sistema.

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Salvatore