Nuoro. “Dopo un pugno la mia rinascita”: Commuove e toglie il respiro la storia di Cinzia Seddone – VIDEO

Franceschino Nieddu

Nuoro. “Dopo un pugno la mia rinascita”: Commuove e toglie il respiro la storia di Cinzia Seddone – VIDEO

Presentato il suo libro "Come una Fenice", un racconto autobiografico che scuote le coscienze. Cinzia, vittima di violenza domestica, ha trovato la forza di rompere il silenzio e condividere la sua esperienza. di Francescino Nieddu
lunedì 13 Gennaio 2025 - 13:48
Nuoro. “Dopo un pugno la mia rinascita”: Commuove e toglie il respiro la storia di Cinzia Seddone – VIDEO

Cinzia Seddone durante la presentazione del suo libro (foto S. Meloni)

Nuoro ha ascoltato, commossa e ispirata, la storia di Cinzia Seddone. Con parole semplici e toccanti, descrive un inferno domestico fatto di paura, isolamento e umiliazioni. Ma il suo libro non è solo un grido di dolore, è anche un inno alla rinascita. “Un pugno in faccia di notte è stato il mio risveglio”, racconta Cinzia. Quel gesto violento ha segnato la fine di un incubo e l’inizio di una nuova vita. Il libro di Cinzia è un appello a tutte le donne che subiscono violenza: “Non siete sole. Parlate, denunciate. C’è chi può aiutarvi”. L’autrice sottolinea l’importanza di un cambiamento culturale e sociale. “Il nemico principale è l’indifferenza”, afferma, “dobbiamo tutti prendere parte attiva nella lotta alla violenza sulle donne”. La presentazione del libro è stato un momento di grande emozione, un’occasione per riflettere su un tema ancora troppo attuale. La storia di Cinzia è un monito per tutti noi: la violenza domestica è un problema che riguarda la nostra comunità e dobbiamo fare di tutto per eradicarla.

La presentazione del Libro di CInzia Seddone (foto F. Nieddu)

LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO – Venerdì sera, l’Auditorium della Biblioteca Satta a Nuoro ha accolto un pubblico commosso per la presentazione “,  evento promosso dal Comitato pari Opportunità dell’Ordine Forense di Nuoro e dall’Unione Avvocati della Sardegna che ha toccato nel profondo.

Cinzia, con voce tremante ma determinata, ha condiviso la sua dolorosa esperienza di violenza domestica. Un racconto crudo e sincero, scritto durante il lockdown, che diventa un faro di speranza per tutte le donne che vivono la stessa situazione. “Sono cresciuta con la convinzione che non sapevo scrivere, ma la necessità di raccontare la mia storia è stata più forte di tutto”, ha confessato l’autrice che ha dapprima raccolto la sua storia in numerosi fogli  e che piano piano hanno preso forma di un vero e proprio racconto.

Attraverso un racconto asciutto ed efficace, Cinzia ci mostra il volto oscuro della violenza domestica. La sua storia, segnata da isolamento, paura e senso di colpa, è purtroppo troppo comune. I cambiamenti nel suo comportamento, come il ritiro sociale e l’alterazione delle abitudini, sono campanelli d’allarme che spesso vengono sottovalutati. «La nostra inizialmente era la storia d’amore tra “lui” pieno d’amici e la moto e io la “sfigata e insicura”» dice l’autrice del libro: “Una donna vittima di violenza non lo dice mai”, “Dobbiamo imporci, dobbiamo dare fiducia alle donne, perché noi ci siamo’. E ha ragione: l’indifferenza è il nemico più subdolo, e la comunità ha un ruolo fondamentale nel sostenere le vittime e nel prevenire la violenza.

La morte della madre diventa il catalizzatore che la spinge a reagire, a liberarsi dalle catene della violenza. La sua testimonianza è un grido d’allarme, un invito a prestare maggiore attenzione a questo fenomeno e a sostenere le vittime. «Il famoso pugno – racconta- mi ha dato la forza di reagire e scappare  di casa durante la notte per rifugiarmi da mio fratello e raccontargli oltre 20 anni di violenza domestica celata per proteggere una relazione tossica». Lui, l’ex  come è chiamato anche nel libro, durante questa “agghiacciante” storia raccontata ai suoi concittadini non è mai nominato: “Non solo per questioni di privacy” sottolinea Cinzia  ma perché “chi compie violenza non è degno di essere nominato”.  Trai i tanti episodi di violenza snocciolati durante la serata c’è stato anche quello dove Cinzia ha avuto veramente paura di morire: «Una sera “lui” mi  ha afferrata al collo, stavo collassando perché non riuscivo a respirare: sono riuscita a liberarmi con un colpo di reni».

Un libro che risuona profondamente nella nostra comunità, segnata da recenti lutti. I nomi di Romina, Giusy, Martina e Maria echeggiano ancora nelle nostre menti, un doloroso promemoria di un problema che ci riguarda tutti. La presenza numerosa di donne all’incontro con Cinzia è una testimonianza di affetto e solidarietà, ma anche un appello a non dimenticare le vittime e a lottare per un futuro diverso.

.

LE IMMAGINI

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Sostieni l'informazione libera e indipendente di Cronache Nuoresi