NUORO – 106 anni o, come dice lui: «6 anni e due mesi a oggi, i cento li abbiamo messi in archivio»: una grinta e una brillantezza invidiabili anche per coloro che, almeno anagraficamente, oggi potrebbero essere i suoi nipoti e pronipoti. È l’ingegner Sebastiano Maccioni, nato a Nuoro il 4 novembre del 1918, lo stesso giorno in cui terminava la Prima guerra mondiale e si firmava l’armistizio, anche se all’anagrafe suo padre potè registrarlo solo il 9 novembre seguente, alla riapertura del Municipio nuorese; due lauree, una in Matematica e una in Ingegneria, una docenza universitaria e cinquant’anni di professione, conclusa a oltre novant’anni «per lasciare spazio ai giovani», nell’ambito della quale ha firmato numerose opere architettoniche, la più importante e ardita della quali, con i sui ben 17 viadotti, è il tratto di Statale 131 DCN che da Nuoro/Pratosardo conduce a Marreri, un progetto strategico che ha messo in comunicazione e favorito traffici commerciali e turistici tra la Sardegna centrale, la Gallura, il porto e l’aeroporto di Olbia.
Ieri, 9 gennaio 2024, l’Ordine degli ingegneri della provincia di Nuoro ha voluto rendere omaggio al suo decano con una targa consegnatagli dal presidente dell’Ordine nuorese Giuseppe Ibba e di quello nazionale Angelo Perrini, nel corso di una cerimonia tenutasi nell’auditorium dell’Istituto Tecnico Geometri Francesco Ciusa in viale Costituzione, nell’ambito di un convegno intitolato dedicato alla gestione informativo digitale della costruzione e alla certificazione delle competenze professionali.
Nel ringraziare i colleghi dell’Ordine per l’importante riconoscimento, con la sua solita verve e autoironia, Maccioni ha raccontato della sua vita attuale, degli incontri quotidiani con gli amici al bar per il caffè mattutino e dell’importante sostegno datogli dalla lettura, in primis dei quotidiani, per tenersi aggiornato sugli accadimenti nazionali e internazionali, e poi del suo studio continuo in ambito scientifico, con approfondimenti sulle ultime teorie sull’espansione dell’universo, l’astrofisica, i buchi neri, senza trascurare qualche parentesi di svago con i romanzi. Il messaggio che ha voluto lasciare ai numerosi colleghi presenti in platea è stato che il segreto della longevità (almeno della sua) è tenersi impegnati, sempre, senza lasciare spazio alla noia.
LE IMMAGINI:
LEGGI ANCHE: