La società Diomede ricorre al TAR per la bocciatura della mega centrale fotovoltaica in area archeologica a Uta

La società energetica romana Diomede s.r.l. ha fatto ricorso al TAR Sardegna contro la decisione del Ministero dell’Ambiente e della Cultura di bocciare il progetto di una mega-centrale fotovoltaica a Uta. L’impianto, da realizzarsi su oltre 220 ettari di terreno ricco di reperti archeologici, avrebbe deturpato un paesaggio di inestimabile valore storico e culturale.
Il progetto, fortemente contestato da associazioni ambientaliste come il Gruppo d’Intervento Giuridico, è stato ritenuto incompatibile con la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale. L’area individuata per la centrale, infatti, ospita numerosi nuraghi e un villaggio nuragico, testimonianze uniche della civiltà nuragica. Le motivazioni alla base del diniego del Ministero sono molteplici, in primis l’impatto ambientale: l’estensione dell’impianto avrebbe comportato una profonda alterazione del paesaggio e un rischio elevato per la biodiversità; a seguire l’impatto archeologico: la presenza di numerosi reperti archeologici avrebbe reso impossibile la realizzazione del progetto senza danneggiare irreparabilmente il patrimonio culturale; ci sarebbero poi carenze progettuali: lo studio di impatto ambientale presentato dalla società Diomede è stato giudicato insufficiente e pieno di lacune.

Dal canto suo la Diomede s.r.l. ha presentato ricorso al TAR Sardegna sostenendo l’importanza strategica del progetto per la transizione energetica e contestando le valutazioni del Ministero. Il Gruppo d’Intervento Giuridico, invece, si è costituito in giudizio per difendere il paesaggio rurale e archeologico della Sardegna, sottolineando l’insostenibilità di un progetto che avrebbe messo a rischio un patrimonio unico al mondo.
In conclusione, la vicenda della centrale fotovoltaica di Uta rappresenta un caso emblematico dello scontro tra esigenze energetiche e tutela ambientale e culturale. La decisione del TAR Sardegna sarà cruciale per stabilire se prevarrà la logica del profitto o la necessità di preservare un patrimonio inestimabile per le future generazioni.

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Salvatore