Se si digita su internet il nome di Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna da marzo 2024, si trova subito un curriculum impressionante: due lauree, una in Informazione e l’altra in Ingegneria Informatica, oltre a una carriera da imprenditrice premiata; eletta nel 2019 sotto il Governo Conte sottosegretaria al ministero dello Sviluppo Economico e poi vice ministro con Draghi, ottenendo nel tempo particolari deleghe tra le quali la gestione delle crisi industriali.
Ci si chiede allora come ha fatto a scivolare su una buccia di banana? Tra le sette irregolarità nella rendicontazione delle spese elettorali contestate dalla Corte d’appello alla Presidente “decaduta” c’è infatti, quella dell’assenza di un mandatario, obbligatorio per la gestione dei fondi, e anomalie sulla tracciabilità dei finanziamenti utilizzati durante la campagna elettorale ossia la mancanza di un conto dedicato. Un errore banale che sta inficiando la normale attività governativa di una regione già profondamente in sofferenza e che potrebbe alimentare ulteriormente l’incertezza istituzionale e rallentare così il processo decisionale regionale, con il rischio di una paralisi amministrativa.
Il deputato di FdI e presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera Salvatore Deidda sulla questione dell’assenza di un mandatario dichiara: «Ora vogliono convincerci e sostengono che la legge che abbiamo sempre rispettato non è stata rispettata perché è complicata e vecchia. Vogliono inoltre screditare la commissione di garanzia elettorale della Corte d’appello, darci anche lezioni e prenderci per fessi. È inaccettabile. Ora pretendiamo chiarezza sulle contraddizioni palesi delle dichiarazioni della presidente Todde (ha pagato lei la campagna elettorale e il contrario) e su tutti i passaggi».
Intanto il “caso Todde” si muove su un piano politico e legale. Da una parte il Consiglio regionale sarà chiamato a valutare l’ordinanza, successivamente, l’organismo consiliare composto da nove membri, sarà incaricato di discutere il provvedimento in una seduta formale. La complessità del caso potrebbe tuttavia spingere il Consiglio ad attendere l’esito del ricorso presentato dalla presidente. Dall’altra Todde ha già affidato la difesa ai suoi legali, che hanno annunciato un ricorso al tribunale ordinario. Se accolta, l’istanza di sospensione potrebbe congelare gli effetti dell’ordinanza fino alla sentenza definitiva. Mentre ieri circolava una notizia delle sue dimissioni (attribuita falsamente all’ANSA, per la quale si sta già muovendo la Polizia Postale), l’ex governatore Solinas ha chiesto subito che Todde abbandoni spontaneamente il proprio incarico istituzionale e si torni alle urne. Intanto il Movimento 5 Stelle fa quadrato intorno alla presidente rispondendo a Solinas: “Pare evidente che c’è chi, alla ricerca di una scorciatoia per ritrovare un posto al sole, oggi stia giocando con le parole nel tentativo di mistificare la realtà. Non ci facciamo di certo intimidire da un ex presidente della Regione che non ha lasciato la poltrona neanche dopo essere stato travolto da una tempesta giudiziaria fatta di sequestri e gravi accuse penali, da un ex presidente che avrebbe dovuto fare un passo indietro prima di ridurre la Sardegna a un cumulo di macerie. Di Christian Solinas come presidente si ricordano i guai giudiziari e le assenze in Aula”.
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