L’era Todde al capolinea? dal 7 gennaio l’ordinanza – ingiunzione al vaglio del Consiglio Regionale

Salvatore

L’era Todde al capolinea? dal 7 gennaio l’ordinanza – ingiunzione al vaglio del Consiglio Regionale

In attesa dell'analisi del provvedimento i temi caldi della riforma sanitaria e della legge finanziaria 2025 slitteranno
domenica 05 Gennaio 2025 - 15:08
L’era Todde al capolinea? dal 7 gennaio l’ordinanza – ingiunzione al vaglio del Consiglio Regionale

Il passaggio di consegne tra Christian Solinas e Alessansdra todde

REGIONE-  Riprenderà martedì prossimo 7 gennaio la normale attività del Consiglio regionale della Sardegna. Una ripresa difficile  con il clima festivo conclusosi in anticipo dopo che il collegio elettorale presso la corte d’appello di Cagliari ha emesso un’ordinanza-ingiunzione che chiede all’assembla legislativa sarda di dichiarare decaduta la presidente della Regione Alessandra Todde per alcune irregolarità sulla rendicontazione delle spese elettorali nelle consultazioni di 11 mesi fa.

L’ORDINANZA INGIUNZIONE –  Contestualmente all’attività ordinaria  il 7 gennaio arriva sul tavolo della Giunta  per le elezioni  il provvedimento (ordinanza – ingiunzione) che inizierà a essere valutato e studiato prima con incontri informali e poi in una seduta ad hoc che sarà convocata dal presidente dell’organismo consiliare composto da nove consiglieri tra i quali 5 della maggioranza del campo largo e 4 delle opposizioni.

COSA SUCCEDERÀ –  Secondo il regolamento interno,  la Giunta per le elezioni “per le cause di ineleggibilità e incompatibilità sopravvenute, riferisce al Consiglio entro novanta giorni dal momento in cui ne sia venuta a conoscenza”. E se tra alcuni giuristi prevale la tesi che l’assemblea legislativa sarda possa solo fare una mera presa d’atto del provvedimento del collegio elettorale, altri esperti ipotizzano anche la possibilità che il Consiglio possa decidere in maniera diversa. Ma in questo caso – dicono altri – potrebbe entrare in gioco il Governo nazionale. Intanto il presidente dell’assemblea legislativa sarda Piero Comandini potrebbe convocare sempre per la settimana prossima la conferenza dei capigruppo nella quale il centrodestra chiederà, presumibilmente, di affrontare l’argomento anche in Aula, prima di discutere dei temi caldi della riforma sanitaria e della legge finanziaria 2025.

I SETTE PUNTI  – Nelle dieci pagine del provvedimento con cui si dispone la trasmissione dell’ordinanza ingiunzione «al presidente del Consiglio regionale per quanto di sua competenza in ordine all’adozione del provvedimento di decadenza di Alessandra Todde dalla carica di Presidente della Regione Sardegna» sono indicati i motivi che hanno portato alla decisione. Al primo punto viene contestato il fatto che «la depositata dichiarazione di spesa e di rendiconto non è conforme a quanto sancito dall’articolo 7, comma 6 della Legge 515/1993, come richiamato dall’articolo 3, comma 1 della legge regionale Sardegna numero 1/1994». Il collegio poi evidenzia che «non risulta essere stato nominato il mandatario la cui nomina deve ritenersi obbligatoria: la candidata alla carica di presidente ha compilato i moduli dichiarando di aver ricevuto contributi e o servizi per 90.670,00 1 euro ma non ha provveduto a nominare il mandatario». C’è poi un altro aspetto che viene evidenziato: «non risultata essere stato aperto un conto corrente dedicato esclusivamente alla raccolta dei fondi». Il collegio evidenzia che la candidata alla carica di presidente ha compilato i moduli dichiarando di aver ricevuto contributi e o servizi per 90.670,01 euro «su un conto corrente di Intesa San Paolo Montecitorio che tuttavia, non appare essere un conto corrente acceso da un mandatario appositamente nominato per la raccolta delle fonti di finanziamento, così come previsto dalla normativa vigente». Viene poi evidenziato il fatto che «non risulta l’asseverazione e la sottoscrizione del rendiconto da parte del mandatario». Per il collegio, la candidata presidente «non avendo nominato un mandatario ha omesso di certificare la veridicità del rendiconto in relazione all’ammontare delle entrate».

All’appello, come sottolinea ancora il provvedimento, manca anche un documento: «Non è stato prodotto l’estratto del conto corrente bancario o postale». Il collegio sottolinea che la candidata «ha prodotto una lista movimenti di un conto corrente Intesa SanPaolo di Montecitorio «e non un estratto conto dal quale risulti l’intestazione del conto corrente utilizzato». Inoltre il Collegio segnala che «non risultano dalla lista movimenti bancari i nominativi dei soggetti che hanno erogati i finanziamenti per la campagna elettorale». Il Collegio contesta il fatto che nella lista movimenti prodotta non compaiono i nominativi di coloro che hanno erogato due finanziamenti: uno da 30 mila euro e uno da 8 mila euro.

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