Vedere una decina di bambini, molti piccolissimi e con colore diverso della pelle, zampettare per una sala , non è uno spettacolo di tutti i giorni. Specialmente in questi tempi, quando di bambini ne nascono pochi e le statistiche danno , tristemente, una diminuzione costante dei giovani. È quanto accaduto nel Centro Polifunzionale di Macomer, dove, ad iniziativa dell’Unione di Comuni del Marghine, in collaborazione con la Cooperativa “Il Sicomoro,” che da anni si occupa di accoglienza, si è svolta una giornata di sensibilizzazione sui temi dell’accoglienza e incontro fra culture.
Il titolo era “Il mondo in comune”, con l’intenzione di promuovere un confronto ed una sensibilizzazione fra culture diverse. La manifestazione faceva parte del Progetto SAI, ( acronimo per Sistema accoglienza e integrazione), sigla che, dopo varie vicissitudini, ha sostituito lo SPRAR.
Nella sala del centro si sono dai appuntamento 26 rifugiati, di cui 10 bambini. Varia la provenienza che, anche se nel piccolo, dà l’idea di come il mondo si sta rimpicciolendo e le etnie sono destinate a convivere.
Gli ospiti infatti provenivano da Costa d’Avorio, Tunisia, Camerun, Nigeria e Cuba. Impossibile non correre con la mente al non lontano CPR , dove gli immigrati vivono rinchiusi ed hanno avuto un’altra accoglienza. «Obiettivo- ha spiegato il Presidente dell’Unione dei Comuni Franco Scanu-, è anche far capire che per il territorio la presenza dei migranti è fonte di arricchimento”Sono portatori spesso di identità culturali, linguistiche, sociali e religiose, spesso molto differenti dall’ambiente che li ospita.
Il progetto offre accoglienza abitativa, supporto legale e psicologico, supporto alla genitorialità ed accompagnamento alla inclusione lavorativa. «Progettare e gestire percorsi di accoglienza- spiega Stefania Russo, presidente della “Sicomoro”, significa ascoltare, comprendere ed accompagnare nel percorso della inclusione». Ugualmente la Sindaca di Birori, Silvia Cadeddu, si è espressa in termini favorevoli all’accoglienza annunciando l’apertura di un centro nel suo paese.
Peccato che alla manifestazione fossero presenti pochi locali. Sarebbe stata una buona occasione di crescita e maturazione per i giovani, specialmente nelle scuole. Scarsa anche la presenza di autorità locali.
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