Due nuove norme regoleranno l’attività e la formazione dei professionisti del tourism wedding, i viaggi di coppie di stranieri che si sposano in Italia. Sono state presentate nei giorni scorsi in Senato, su iniziativa dell’AIIWP (Associazione italiana wedding planner). Delia Cualbu, vice-presidente nazionale, spiega: «Si tratta di due leggi UNI, l’Ente Italiano di Normazione, che dettano le regole sia per la certificazione delle figure professionali, sia per quanto riguarda le modalità dell’organizzazione degli eventi nuziali. Da ora in poi – ha proseguito – ci sarà una maggiore garanzia sulle competenze di chi opera nel settore e si chiuderanno gli spazi a chi non ha competenze e professionalità».
Quella del tourism wedding (il turismo legato agli eventi nuziali) è in Italia una realtà in crescita. Lo conferma il fatturato del 2023, che è stato di 800 milioni di euro. Tra le destinazioni ambite anche la Sardegna: «La nostra isola – rimarca Cualbu – sta guadagnando terreno come meta nel wedding tourism e ha potenzialità per aumentare il rilievo nel settore», aggiunge la vicepresidente, che ha unito alla professione di destination wedding planner (organizzatrice di destinazioni per le nozze di stranieri in Italia) quelle di consulente del settore per i comuni e docente nella scuola di formazione di Aiwp. Sul valore e il ruolo delle due norme si sono soffermati durante l’incontro in Senato (nella sala Caduti di Nassirya) il senatore Giovanni Satta, il deputato sardo di Fratelli d’Italia, Salvatore “Sasso” Deidda, e la presidente nazionale di AIWP, Clara Trama.
Partendo dalla vecchia disciplina, costituita dalla legge nazionale 4, del 2013, alla quale si aggiungono le due norme UNI, per innovare e migliorare il settore. Proprio Cualbu, nel suo intervento, ha soffermato l’attenzione sui benefici legati alla nuova normativa: «Si apre un orizzonte nuovo per la nostra figura professionale. Tanto più importante in un paese come l’Italia che è diventato la destinazione principe per chi dall’Europa e dal resto del mondo vuole sposarsi in una località estera». Maggiore certezza riguardo alla professionalità del “destination wedding planner”, la cui competenza dovrà ora essere certificata. Gli stessi caratteri, di professionalità e precisione, dovrà avere l’organizzazione dell’evento nuziale: «Come “destination wedding planner – ha detto Cualbu, durante la conferenza stampa – abbiamo l’onere e l’onore di far vivere, alla coppia e ai loro ospiti, un’esperienza autentica nel territorio che accoglie l’evento, grazie alla formazione degli operatori e alla loro conoscenza delle località scelte per le nozze».