L’allarme siccità arriva anche nel nord ovest della Sardegna. I tre invasi del Temo, Cuga e Bidighinzu hanno in totale una percentuale di riempimento del 19% e i primi a farne le spese sono gli agricoltori: per loro rubinetti chiusi e niente acqua per irrigare. “La situazione è tragica perché il Temo e il Cuga sono all’asciutto per la quota riservata all’irrigazione, la Regione ha chiuso la diga e questo significa che il comparto agricolo non potrà programmare la stagione irrigua 2025”, denuncia il presidente di ANBI Sardegna, Gavino Zirattu, che nei giorni scorsi, insieme con gli amministratori del Consorzio di bonifica della Nurra, ha incontrato le associazioni di categoria Coldiretti, Cia e Confagricoltura per spiegare la situazione.
“A rischio c’è il destino di centinaia di aziende agricole. Inoltre con gli interventi ancora in corso sugli acquedotti Coghinas 1 (che collega l’invaso di Santa Maria Coghinas con la zona industriale di Porto Torres) e Coghinas 2 (che fornisce la zona di Truncu Reale a Sassari e Alghero) ci costringono a dirottare l’acqua del Consorzio della Nurra dal Temo e dal Cuga verso il potabilizzatore di Truncu Reale”, aggiunge Zirattu. “Quindi la poca risorsa sarà destinata all’idropotabile e se anche dovesse piovere, le condotte non potrebbero garantire l’approvvigionamento del potabilizzatore e anche dell’irrigazione, perché sono le stesse”. La soluzione potrebbe arrivare dall’utilizzo delle acque reflue, che però non è stato ancora autorizzato: “Siamo nell’incertezza più totale, ci sarebbero i reflui di Sassari, che però come al solito vengono presi in considerazione solo nel pieno dell’emergenza, come è accaduto nella scorsa stagione irrigua. Poi arrivano le piogge e l’argomento viene accantonato”, sostiene ancora Zirattu. Al momento manca un piano di gestione delle acque reflue depurate che, secondo una stima Anbi, “consentirebbero di recuperare 500/600 litri al secondo, contrastando il deficit di fabbisogno idrico in agricoltura”.