NUORO – «La penuria di acqua non è un’emergenza ma una situazione strutturale. Va affrontata con la programmazione degli interventi, dai collegamenti tra i bacini all’eliminazione delle perdite nelle reti». Così ieri a Nuoro Giuseppe Sardu, nella sua prima uscita pubblica da presidente di Abbanoa.
Sardu è intervenuto al convegno “Acqua, bene comune”, promosso dal circolo del Pd, “L’isola che non c’è”. Non ininfluente sulla scelta del tema la grave situazioni di riduzione della risorsa registratasi quest’anno, a iniziare dalla Baronia, rispetto alla quale durante l’incontro all’ExMe si sono avute notizie incoraggianti da parte dell’amministratore della Provincia (e segretario territoriale del Pd), Giuseppe Ciccolini: «Le piogge degli ultimi giorni hanno sollevato il livello del “Maccheronis”, tanto che l’emergenza potrebbe essere finita» (APPROFONDISCI). Ma non è eliminata la problematica di base, a carico dell’isola., sulla quale ha tracciato le prime riflessioni il presidente di Abbanoa: «Ogni iniziativa deve tenere conto – ha detto – che ci troviamo di fronte al fenomeno del cambiamento climatico, con estati che si allungano. E tutto questo – ha proseguito – porta a una riduzione dei quantitativi di acqua disponibile, sia per l’aumento dei livelli di evaporazione, sia per la riduzione delle piogge».
Le risposte di Abbanoa alla crisi idrica: Sardu in questo senso a Nuoro è stato chiaro: «La società idrica ha la disponibilità economica per gli interventi infrastrutturali necessari, sia perché può contare su tariffe robuste, sia per il fatto di essere destinataria di cospicui finanziamenti». Tra gli spunti del convegno la condivisione del concetto di fondo che l’acqua deve rimanere un bene pubblico, a vantaggio delle comunità. Lo ha detto Sardu e ancor prima l’hanno messo in rilievi la presidente del circolo Pd, Ivana Dettori, e l’esponente della direzione nazionale del partito, Raffaele Marras, originario di Orosei.
Durante il convegno anche i racconti, sulla materia, dal territorio. Quello dell’assessora comunale di Dorgali, Sonia Mele: «In un comune turistico come il nostro – ha ricordato – la carenza idrica crea grossi danni. Quest’anno abbiamo risposto con le chiusure notturne nella distribuzione – ha proseguito – mentre già ci si è attrezzati con la realizzazione di vasconi. Crediamo – ha concluso – che non si potrà prescindere d’ora in avanti sia dall’utilizzo delle acque sotterranee e dalla stessa pratica della dissalazione, anche se sappiamo essere costosa».
Più che la carenza idrica, limitata dalla combinazione di sei invasi in rete (sette con l’Omodeo), nel bacino imbrifero del Taloro (BIM), in Barbagia, si pensa a come sfruttare meglio la quantità di acqua invasata e impiegata per produrre energia: «Sinora i benefici sono andati all’Enel, l’ente gestore – ha spiegato il sindaco di Gavoi, Salvatore Lai – mentre da ora in poi dovranno essere le comunità ad avvantaggiarsi dei frutti di questa risorsa. E questo – ha specificato Lai – sia con uno sgravio in bolletta, sia con l’utilizzo degli utili per migliorare infrastrutture e servizi». L’attualità del discorso è data dalla scadenza delle concessioni regionali all’ente elettrico e del nuovo bando per l’affidamento. I dirigenti del BIM (rappresentati ieri da Giovanni Floris) auspicano che l’energia prodotta nel Taloro «sia utilizzata per le esigenze delle comunità e non continui a essere un elemento di speculazione».
Hanno dato forfait per il convegno il presidente del consiglio regionale, Piero Comandini, e l’assessore dell’Industria, Emanuele Cani, impegnati a Cagliari in una riunione politica.