Nuorese: Pioggia porta sollievo, ma la sete non è spenta

Le riserve idriche negli invasi sono ancora ben al di sotto della media e molte zone dell’isola sono soggette a restrizioni nell’erogazione dell’acqua. Lo evidenziano i dati e i grafici dell’ultimo bollettino dei serbatoi artificiali del sistema idrico multisettoriale della Sardegna, emesso dall’autorità di Bacino dell’Isola.

Negli invasi sardi le scorte idriche al 31 ottobre 2024 sono al 39,7%, pari a 725,2 milioni di metri cubi di acqua disponibile. Al 30 settembre di quest’anno vi erano 745,5 milioni di metri cubi, il 40,8% della capienza massima pari a 1.824 milioni di mc. Un anno fa, al 31 ottobre 2023, le scorte erano pari a 936,5 metri cubi, il 51,3%. L’emergenza è generalizzata ma le criticità maggiori restano nel Nuorese e nel Sulcis. Nel primo caso il livello della diga di Maccheronis, che serve cinque comuni (Torpè, Posada, Budoni, Siniscola e San Teodoro), continua a calare passando da6,6% al 2,5%, ma in quella di Pedra e Othoni (Cedrino) il livello risale, seppure di poco: dal 29,8% al 31,8%. Nel Sulcis la diga di Medau Zirilimis resta vuota, mentre quella di Bau Pressiu passa da 0 al 3,3%. Oltre il 50% di riserve idriche nel Liscia, in Gallura (52,4%), a Gusana (68,1% con un incremento di 7 punti) e Benzone (54%) e Omodeo (62%) nel sistema idrico del Tirso: il piccolo invaso di Santa Lucia, nel Sulcis Iglesiente con il 96% ma solo poco meno di 3 milioni di metri cubi disponibili; nell’ambito Flumendosa Campidano e Cixerri, complessivamente tra i due bacini di Flumineddu (6,8%) e Flumendosa (49%), Fluminimannu (56,8%) e, quelli medio-piccoli di Sa forada de s’acqua (67.2%) e Genna is Abis-Rio Cixerri (89.6%).

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Salvatore