NUORO – Tutto ha inizio domenica scorsa, quando la signora Fiorella, 76 anni, viene portata al San Francesco in seguito a una caduta. Arrivata al pronto soccorso intorno alle 19, la donna è stata sistemata su una barella sporca di sangue e abbandonata lì per oltre un giorno. Durante queste lunghissime ore, la donna non ha ricevuto alcuna assistenza, né cibo né acqua, e con condizioni di salute già compromesse in quanto paziente oncologica con patologie pregresse ipertensione, cardiopatia e diabete.
LA SOMMINISTRAZIONE DI INSULINA SENZA MAGIARE – A rendere ancora più grave la vicenda è il fatto che la paziente è diabetica. Lunedì mattina, intorno alle 14, le sono state somministrate 11 unità di insulina rapida, senza che le fosse stato fornito prima alcun alimento. Considerato che la donna non aveva mangiato né bevuto dalla domenica precedente questa decisione si avrebbe potuto essere molto pericolosa. L’insulina, infatti, abbassa la glicemia nel sangue e, in assenza di zuccheri, può provocare gravi conseguenze, fino al coma e alla morte. «L’aspetto più grave – racconta il figlio, Pierluigi Cherubini – che le sia stata somministrata una dose di insulina rapida senza farla mangiare rischiando di abbassare troppo la glicemia. Quando ho chiesto spiegazioni al medico di turno e mi ha risposto che non era stata autorizzata nessuna dose di insulina prendendo per stupida mia figlia che in quelle ore faceva compagnia e assistenza alla nonna. Dopo varie insistenze da parte mia per sapere se era stata somministrata la dose: una persona ha indicato chi aveva somministrato l’insulina: si trattava di una infermiera riconosciuta poi anche dal medico».
LE CONDIZIONI IGIENICHE – Oltre alla mancanza di cibo e acqua e alla somministrazione inadeguata di insulina, il figlio della donna ha denunciato anche le pessime condizioni igieniche del pronto soccorso. La barella su cui era stata sistemata sua madre era sporca di sangue, i muri erano sudici e non solo. «Trovo disumano che si lasci una persona buttata su una barella sporca per 26 ore senza cibo e acqua – racconta rammaricato -, oltre al dolore personale di vedere mia madre in quelle condizioni ci siamo sentiti dire da un’infermiera che non dovevamo portare al pronto soccorso un’anziana con fratture». Il figlio aggiunge: «Contenitori dei rifiuti sporchi e il soffitto scoperchiato. Può stare un paziente fragile e sofferente in quelle condizioni? Abbiamo chiesto anche una coperta perché mia mamma aveva freddo e abbiamo ricevuto una traversa».
IL TRASFERIMENTO ALL’OSPEDALE DI ALGHERO – Il giorno successivo (lunedì intorno alle 21.00) la signora Fiorella è stata finalmente trasferita prima all’ospedale di Arzachena e poi ad Alghero, anche se non sono mancati altri disagi come racconta sempre il figlio: «Arrivati al nosocomio di Alghero abbiamo scoperto che nella cartella medica di mia madre inviata dall’ospedale di Nuoro mancava il piano terapeutico con la conseguenza che ad Arzachena non hanno avuto subito le informazioni mediche sulle cure da somministrare a mia madre, ovvero l’insulina e i vari farmaci che assume quotidianamente».
LE CONSEGUENZE – Le conseguenze di questa vicenda sono state devastanti per la signora e per la sua famiglia. L’anziana è stata trasferita all’ospedale di Alghero, dove ha potuto finalmente ricevere le cure necessarie. La denuncia di Cherubini solleva gravi interrogativi sulla qualità dell’assistenza sanitaria fornita nel pronto soccorso di Nuoro. È necessario che le autorità competenti aprano un’inchiesta approfondita per accertare le responsabilità e garantire che simili episodi non si ripetano più. Reparti chiusi da troppo tempo, come quello di Ortopedia, e l’anno scorso c’era stato un episodio analogo quando un’altra donna 91 enne, col femore rotto, era rimasta buttata per 36 ore in una barella in attesa di cure e un letto.
La famiglia della paziente ha già denunciato al’ASL di Nuoro il grave episodio accaduto e non esclude di rivolgersi anche alle autorità competenti per tutelare i propri diritti e chiedere giustizia.
Sonia Meloni