I pm sul dipinto Manetti “il quadro fu rubato e taroccato”: Sgarbi rischia fino a 12 anni di carcere

Sonia

I pm sul dipinto Manetti “il quadro fu rubato e taroccato”: Sgarbi rischia fino a 12 anni di carcere

sabato 26 Ottobre 2024 - 11:58
I pm sul dipinto Manetti “il quadro fu rubato e taroccato”: Sgarbi rischia fino a 12 anni di carcere

Vittorio Sgarbi (foto S.Novellu)

Pasquale Frongia, il “pittore-falsario” che con gli inquirenti avrebbe ammesso: “la torcia nell’originale non c’era, fu lui a chiedermi di aggiungerla”. È stata conclusa l’inchiesta della procura di Macerata sulla vicenda del quadro del pittore del Seicento senese Rutilio Manetti, “La cattura di San Pietro che vede indagato l’ex sotto segretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. Lo rileva il Fatto Quotidiano, secondo cui Sgarbi sarebbe ora imputato per riciclaggio, auto riciclaggio e contraffazione di opere d’arte e rischierebbe per questo una condanna da 4 a 12 anni di  carcere.

L’INCHIESTA – A dare il via all’indagine giudiziaria è stata proprio un’inchiesta giornalistica del quotidiano e di Report sulla tela rubata nel 2013 da un castello di Buriasco  e che poi sarebbe riapparsa del tutto identica nove anni dopo a Lucca nella Mostra  “I pittori della luce” curata da Sgarbi , come opera di sua proprietà, salvo il dettaglio di una torcia in alto a sinistra.  Secondo il quotidiano, nelle conclusioni dei pm sarebbe stata decisiva la perizia sul quadro fatta eseguire dalla procura sulla tela  che Sgarbi sostiene aver trovato così com’è nella soffitta della sua villa in provincia di Viterbo. Perizia che avrebbe concluso che il dipinto in possesso del critico e da gennaio sotto sequestro “sia  lo stesso provento di furto e oggetto di denuncia il 14 febbraio 2013” . E a carico di Sgarbi peserebbe anche la confessione di quello che il Fatto definisce il “pittore-falsario” Pasquale Frongia, che con gli inquirenti avrebbe ammesso: “la torcia nell’originale non c’era, fu lui a chiedermi di aggiungerla”.

LA POSIZIONE DEL CRITICO D’ARTE – «Ho  piena fiducia nei giudici che dovranno valutare il risultato delle indagini. Respingo infine le parziali e fuorvianti ricostruzioni di certa stampa alla quale non interessa la verità dei fatti ma accreditare come vere  le ipotesi dell’accusa» ha dichiarato Sgarbi difeso dai legali  Alfonso Furgiuele e  Giampaolo Cicconi
 

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