Lingua blu. Oltre 2700 focolai e 17.707 capi morti: la Regione corre ai ripari ma mancano i vaccini

Sonia

Lingua blu. Oltre 2700 focolai e 17.707 capi morti: la Regione corre ai ripari ma mancano i vaccini

mercoledì 02 Ottobre 2024 - 09:39
Lingua blu. Oltre 2700 focolai e 17.707 capi morti: la Regione corre ai ripari ma mancano i vaccini

I segni della Lingua blu

SARDEGNA – Salgono a 2732 i focolai di lingua blu in Sardegna, secondo l’ultimo report dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna. Complessivamente i casi, soprattutto tra gli ovini, sono 102.729 mentre i capi morti sono 17.707. Il maggior numero di focolai si riscontra nel Sassarese con 637. Seguono l’Oristanese con 557, quindi il Cagliaritano con 449 e il Nuorese con 435. Sono 218 i focolai nel Medio Campidano, 195 nel Sulcis, 150 in Gallura e 91 in Ogliastra. Nel frattempo la Asl di Oristano conferma la positività al virus della Febbre catarrale degli ovini da sierotipo 8, un sierotipo isolato anche nelle province di Sassari, Gallura, Nuoro, Ogliastra e Medio Campidano, “ma mai prima d’ora comparso nella nostra provincia, dove le positività riscontrate quest’anno erano riferite unicamente al sierotipo 3”. A darne notizia è il Servizio di Sanità Animale della Asl 5, diretto dal dottor Enrico Vacca, che questa mattina ha inviato un nuovo provvedimento in cui si ribadiscono le misure cautelari da adottare nell’intero territorio per ridurre il rischio di una ulteriore diffusione del virus. «Entro i confini provinciali, ad eccezione degli allevamenti sedi di focolaio o di sospetto, le movimentazioni di ovini, caprini e bovini sono consentite senza restrizioni purché gli animali non presentino i sintomi della malattia il giorno del trasporto e previa validazione della Asl – si legge in una nota – Più restrittive le misure per il trasporto degli animali verso le zone non interessate dalla circolazione virale, che deve essere concordato fra i servizi veterinari di partenza e di destinazione almeno 48 ore prima della movimentazione. Inoltre i capi non devono mostrare segni clinici della malattia nelle 24 ore che precedono la partenza e devono essere vaccinati, o in alternativa essere trattati con repellenti per insetti e risultare negativi al test PRC per la lingua blu. Sempre nell’ottica di evitare l’allargamento della circolazione virale, i mezzi di trasporto dovranno essere trattati con insetticidi e gli animali da macello dovranno essere macellati entro 24 ore dall’arrivo al macello di destinazione».

I RISTORI  – Oltre 17mila capi ovini morti per la lingua blu e due sierotipi presenti nel territorio: il numero 8 nel Nord dell’Isola e il 3 nella parte meridionale della Sardegna. I vaccini nella disponibilità della Regione sono quelli per il sierotipo 8, mente quelli per il sierotipo 3 non ancora disponibili in Italia per l’utilizzo e l’assessorato corre ai ripari con gli indennizzi per l’utilizzo dei repellenti da parte degli agricoltori. Questa è la fotografia della nuova emergenza Blue tongue, riportata durante i lavori delle commissioni Sanità e Agricoltura (riunite in seduta congiunta e presiedute rispettivamente da Carla Fundoni e Antonio Solinas, Pd) dagli assessori competenti, Gianfranco Satta (Agricoltura) e Armando Bartolazzi (Sanità) sentiti in audizione.  «Ci sono state delle criticità dovute anche al fatto che quest’anno, a causa dei cambiamenti climatici, l’infezione si è rivelata due mesi prima e i vaccini sono stati disponibili dal mese di giugno, quindi si sono accavallate delle circostanze che hanno condizionato”, ha spiegato il titolare della Sanità della giunta ai giornalisti a margine dell’incontro. «Attualmente c’è in atto una campagna di vaccinazione massiva, con i vaccini che sono a disposizione dell’Istituto zooprofilattico – ha spiegato l’assessore dell’Agricoltura, Gianfranco Satta -. Sul stereotipo tre, che non è stato ancora autorizzato dalle agenzie, ci muoviamo con i ristori per quanto riguarda l’utilizzo del repellente da parte degli allevatori».  «Lavoriamo – ha riportato Satta ai commissari – per elevare a 300 euro per capo il valore dell’indennizzo, mentre per la mancata produzione ipotizziamo un risarcimento di 20 euro a capo». Ammontano invece a 700mila euro le risorse destinate a rifondere i costi sostenuti dagli allevatori per l’acquisto degli insetticidi, necessari per la lotta al culicoides. La cifra complessivamente stimata per i ristori somma in totale a 10 milioni di euro. La strada è tracciata:  «Abbiamo già chiesto al ministero di autorizzare il vaccino sierotipo 3 – ha risposto Satta ai giornalisti -, abbiamo interloquito con due case fornitrici in Europa, attraverso lo Zooprofilattico, quindi saremo in grado per il prossimo anno, di vaccinare i capi già a febbraio o marzo, come dovrebbe essere fatto, e non aspettare a settembre».

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