Ieri Nuoro ha dato l’ultimo straziante saluto alle vittime della follia omicida

NUORO – Ieri a Nuoro è stata una giornata di lutto cittadino in occasione dei funerali delle vittime della strage familiare di mercoledì scorso: bandiere degli edifici pubblici esposte a mezz’asta e, alle 11,00, un minuto di silenzio nelle scuole e serrande abbassate degli esercizi pubblici per 10 minuti. Piccoli segni ma importanti per manifestare la vicinanza alle famiglie coinvolte nella vicenda e alla comunità tutta, segnata nel profondo da una gravissimo fatto di cronaca nera, di una violenza senza precedenti.
All’alba, dopo la benedizione della salma, la tumulazione in forma rigorosamente privata di Roberto Gleboni, nel cimitero di Sa ‘e Manca, pattugliato da una volante della Polizia. Gleboni è stato ricordato nelle omelie di entrambi i funerali delle vittime perché tutti noi dedichiamo alla sua anima  non pensieri di odio ma una preghiera.

Nuoro, tumulazione privata di Roberto Gleboni

PAOLO – Alle 11, poi, in una Cattedrale di Santa Maria della Neve gremita di folla e alla presenza di tutte le autorità civili e i militari, sono stati celebrati i solenni funerali di Paolo Sanna, vicino nonché padrone di casa di Gleboni e colpevole solo di essersi trovato nel punto sbagliato al momento sbagliato. La messa è stata officiata da don Giovanni Maria Chessa, in concelebrazione con tutti i parroci della città; nel corso dell’omelia, Don Chessa ha ricordato la figura di Paolo, un uomo che amava la vita, il canto, dedito alla famiglia e agli amici, caratterizzato dall’amore per il prossimo. «Paolo sarà ricordato per la sua bontà e per le sue azioni, che restano un’insegnamento per tutti noi; affidiamo la sua anima alla Vergine Maria con la tua professione siamo pronti a riprendere il cammino verso la felicità eterna, il bene di Paolo resta nei nostri cuori, come delle vittime della violenza». Il Complesso Vocale di Nuoro, in cui Paolo cantava, ha accompagnato la cerimonia con canti sacri e al termine della messa, inoltre, un rappresentante del coro ha letto un messaggio di commiato dedicato all’ormai ex compagno di viaggio. L’uscita della salma ha fatto seguito a un lungo momento di cordoglio ai familiari.

Le immagini dei funerali delle vittime della strage (foto S.Novellu)

GIUSI MARINA E FRANCESCO – Nel pomeriggio, infine, nella chiesa di San Domenico Savio, a due passi dal luogo della tragedia verificatasi in città pochi mesi fa, quando nel crollo di uno stabile fatiscente persero la vita i giovani di 14 e 15 anni Partick Zola e Ythan Romano (APPROFONDISCI), è stata la volta delle esequie di Giusi Massetti e dei figli Martina e Francesco, sterminati dalla follia omicida del padre Roberto prima di togliersi la vita, dopo aver tentato di uccidere anche sua madre.
Tre bare bianche sull’altare, tutte uguali; una, quella del piccolo Francesco, ricoperta dalla bandiera dei quattro mori e da quella della sua squadra di calcio del cuore, come ha chiesto il fratello Sebastiano, uscito per qualche ora dall’ospedale dopo la rimozione di alcune schegge del proiettile sparatogli contro dal padre al volto (e salvo solo per essersi finto morto), seduto ieri in prima fila, protetto dall’abbraccio affettuoso dei nonni materni e degli zii, oltre che dei tantissimi suoi concittadini che hanno voluto presenziare all’ultimo viaggio terreno dei suoi familiari con rispetto, commozione e silenzio. L’omelia è stata accompagnata dal canto del Coro di Nuoro, in cui canta il padre di Giusi.
Troppo piccola la chiesa di San Domenico Savio (dove il piccolo Francesco di recente aveva preso la Prima Comunione) per ospitare tutti i partecipanti alle esequie, celebrate da don Gianni Masala, che nell’omelia ha evidenziato come «La violenza è morte e gli occhi chiusi non vedono il dolore, apriamo gli occhi, perché l’ultima risposta alla violenza e all’odio è l’amore; ognuno porti la propria croce». Una preghiera è stata rivolta, poi, anche a Paolo Sanna. Anche qui erano presenti tutte le autorità civili e militari, compresa una rappresentanza dei barracelli, dei vigili del fuoco e di Forestas, di cui Roberto Gleboni faceva parte.
Momenti di assoluta commozione hanno caratterizzato l’uscita dalla chiesa delle tre bare bianche, salutate dopo la benedizione da un applauso scrosciante

Immagini di Salvatore Novellu
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Published by
Franceschino Nieddu