NUORO – È stato scritto di tutto ma, di fatto, niente è stato detto. Proseguono, infatti a tutto campo da parte degli inquirenti le indagini per individuare un movente plausibile che spieghi (ammesso che sia possibile spiegarla) la strage familiare avvenuta mercoledì mattina tra via Ichnusa e via Gonario Pinna da parte del 53enne Roberto Gleboni.
LA DINAMICA DELLA STRAGE – Verso le 6 di mercoledì mattina (ma l’allarme è scattato intorno alle 6.40), nella propria abitazione di via Ichnusa l’operaio forestale ha sparato prima ai componenti della sua famiglia (la moglie 43enne Giusi Massetti, morta sul colpo, la figlia 26enne Martina Gleboni, morta anch’essa sul colpo, il figlio 14enne ferito di striscio e sopravvissuto, il figlio di dieci anni, Francesco ferito in modo grave e morto dopo diverse ore di agonia in ospedale. Poi, dopo essere uscito dall’appartamento, ha ferito gravemente anche il vicino nonché padrone di casa Paolo Sanna 69 anni, che in quel momento si trovava nel pianerottolo in quanto era andato a riattivare il contattore elettrico come confermato dalla moglie agli inquirenti: anche lui morirà un paio d’ore dopo in ospedale. Roberto Gleboni, infine, si suiciderà in via Gonario Pinna, dopo aver sparato in faccia anche alla madre, che fortunatamente si è salvata.
LE INDAGINI – Carabinieri, in sinergia con la Magistratura, da allora stanno cercando di dare delle risposte a questa assurda quanto tragica vicenda ma ancora non c’è qualche pista concreta da seguire. Descritti da tutti come una famiglia normale e senza problemi nemmeno economici anche se le Forze dell’Ordine stanno scandagliando tuti i conti e i movimenti bancari della famiglia.
L’AUTOPSIA – Tra oggi è domani saranno eseguite tutte le autopsie sulle persone coinvolte nella strage da parte del medico legale Roberto Demontis che solo lunedì, una volta visionata tutta la situazione riferirà i risultati dell’esame autoptico.
IL FIGLIO SUPERSTITE – Alla strage è scampato il figlio 14enne della coppia, sentito ieri dagli investigatori in audizione protetta, all’ospedale San Francesco di Nuoro dopo aver subito un intervento per essere stato colpito di striscio dal padre. Il ragazzo appena arrivati gli investigatori nella casa dell’orrore avrebbe aperto la porta e avrebbe detto: “In casa urlavano tutti”. Il contenuto dell’audizione protetta rimane sotto stretto riserbo. Nel frattempo alle 18 di oggi il Comune di Nuoro ha organizzato una fiaccolata a partire dalla casa della strage, in via Ichnusa, per arrivare alla piazza Santa Maria della Neve di fronte alla cattedrale.