NUORO – Due giorni dopo la strage familiare i nuoresi apparentemente sono immersi nella loro quotidianità: tutti corrono verso i loro impegni ma quando ci si ferma allora si torna a riflettere… Perché è successo nella nostra realtà? Cosa né sarà dell’unico figlio superstite di questa strage? Il secondogenito 14enne ancora ricoverato all’ospedale San Francesco, l’unico che si è salvato assieme alla nonna paterna da una mattanza iniziata all’alba di un mercoledì mattina solo in quanto si è finto morto. Nuoro città della cultura, Nuoro Atene Sarda, Nuoro città di Grazia Deledda, oggi ha una ferita troppo grande (così i più commentano mestamente) che solo “l’unione di una comunità come la nostra potrà rimarginare con il tempo ma ce la faremo…”
LE INIZIATIVE – Sono già tante le iniziative che si sono organizzate per commemorare le vittime di questa strage ( 5 morti e due feriti) . Ieri oltre 1500 persone hanno partecipato alla marcia tenutasi in Corso Garibaldi mentre a San Domenico Savio dove il piccolo Francesco aveva ricevuto da poco la prima Comunione è stata organizzata una veglia di preghiera. Per domani, alle 18, con appuntamento in via Ichnusa teatro della tragedia è previsto l’inizio di una dolorosa fiaccolata che si concluderà davanti alla Cattedrale simbolo e luogo del nostro conforto, si perché Giusi, Martina, Paolo Sanna e il piccolo Francesco “potevano essere una nostra moglie, un nostro vicino di casa, una nostra figlia e un nostro figlio e noi questo non possiamo dimenticarlo” si commenta sempre a caldo in città.
IL BANCO DEL PICCOLO FRANCESCO- Nella scuola Primaria Grazia Deledda Monte Gurtei dove il piccolo Francesco si accingeva a frequentare l’ultimo anno, insegnanti, dirigente scolastica e genitori preferiscono il silenzio davanti ai tanti giornalisti locali e nazionali appostati davanti ai cancelli … e forse è giusto così … perché a parlare c’è solo un’immagine: la foto del banco del piccolo Francesco con tutte le letterine e i pensieri dei compagnetti. Mercoledì 25 settembre 2024… Nuoro ha ricevuto una ferita troppo grande…