NUORO – È una vera e propria strage quella accaduta a Nuoro all’alba di oggi, mentre in città pioveva ormai da ore. Protagonista della vicenda un operaio forestale 45enne, Roberto Gleboni, incensurato.
IL FATTO – Nessuno può conoscere le dinamiche familiari, e in questo caso men che meno, dato che i vicini descrivono entrambi come due persone piuttosto taciturne. E chissà cosa può aver spinto la mano di Gleboni, intorno alle 7 del mattino, a premere il grilletto di quella maledetta pistola, una semiautomatica 7,65 detenuta legalmente per uso sportivo, e aprire il fuoco contro la sua famiglia, mirando alla testa, per uccidere. Due le prime vittime: la moglie, Giusi Masetti, 43 anni, e la figlia Martina, di 25 anni. Feriti alla testa anche i due figli maschi di dieci e quattordici anni, il più piccolo dei quali in questi minuti lotta tra la vita e la morte all’ospedale San Francesco (indiscrezioni parlano di morte cerebrale già dichiarata) mentre il più grande, ferito di striscio, se la caverà.
Ma la follia omicida non si arresta qui. Esce nel pianerottolo di casa e accade un incontro imprevisto: il vicino nonché proprietario dell’intero immobile, Paolo Sanna, è uscito preoccupato per i colpi di pistola uditi, i due si guardano negli occhi, è un attimo, non c’è tempo per le spiegazioni, e gli spara contro ferendolo gravemente anche lui.
L’uomo parte alla volta della casa della mamma, in un appartamento nei palazzoni di via Gonario Pinna, nel rione di Biscollai. Evidentemente il disegno di sterminare l’intera sua famiglia prima di farla finita contempla anche sua madre, Maria Esterina Riccardi. E così è: in preda alla disperazione, forse già devastato dal rimorso di quanto appena compiuto, mira alla testa e spara anche a lei. Subito dopo si uccide, con la stessa arma, rinvenuta accanto al suo cadavere nella cucina di casa. Tutto è compiuto. La povera Esterina, però, è stata ferita in maniera non grave, e se la caverà con un mese di prognosi.
Scatta l’allarme e sia in via Ichnusa sia via Gonario Pinna è un viavai di vicini disperati che allertano forze dell’ordine e personale sanitario 118. Accorrono le prime ambulanze, si soccorrono i feriti. La polizia si occupa dei rilievi a Biscollai mentre ai Carabinieri spetta l’onere della casa in via Ichnusa. Accorrono anche i Cacciatori di Sardegna.
La mattina trascorre così, tra operatori della stampa che cercano di carpire quante più informazioni possibile, alle forze dell’ordine che non si sbottonano in quanto il quadro della situazione è per tutti troppo complicato. L’elicottero dei Carabinieri, intanto, sorvola la città per avere una visone più ampia dei due scenari.
Pian piano la pioggia lascia il posto al sole, come a gettar luce sulla vicenda. Solo in tarda mattinata, eseguiti i rilievi dagli specialisti del RIS e della Scientifica, arrivano sulle due scene del crimine i sostituti procuratori della repubblica Riccardo Belfiori e Sandra Piccicuto, e il medico legale coi suoi assistenti.
Ricostruito l’accaduto, arriva il primo bilancio ufficiale, un bilancio tremendo: tre morti e quattro feriti due dei quali in condizioni disperate e per i quali i medici non lasciano molte speranze; un bilancio che purtroppo è possibile possa ulteriormente aggravarsi, dato che due dei feriti sono in prognosi riservata. Il resto è storia.
Storia tra le storie, prima di diventare tirocinante del tribunale di Nuoro, fresca di laurea, nell’aprile del 2022 Martina aveva dedicato la propria tesi alla mamma e al papà, “l’amore più grande della mia vita”.
S.Novellu