A Nuoro grazie ai socialisti si fa il punto sull’autonomia differenziata. Il costituzionalista Cuccodoro: «Nuovi squilibri tra nord e sud ».

L’ammissibilità del referendum sull’autonomia differenziata potrebbe essere bloccata dai vuoti in organico tra i giudici della Corte costituzionale. Lo ha detto tre giorni fa a Nuoro il costituzionalista Enrico Cuccodoro, durante il convegno organizzato dal Psi. Costituzionalista, già docente alla Luiss, Cuccodoro ha spiegato: «Oggi manca uno dei 15 giudici assegnati all’organo e altri tre andranno in pensione entro l’anno. E allo stesso tempo – ha aggiunto – c’è in parlamento la difficoltà già a sostituire il primo, per via della mancanza dei numeri per la nomina. Tutto ciò – ha proseguito – potrebbe portare a non raggiungere il numero minimo di 12, per poter deliberare la nomina dei sostituti». Contro la legge del ministro leghista Calderoli sono state presentate due richieste di referendum.  La prima dalle regioni Sardegna, Campania, Puglia, Toscana ed Emilia Romagna. Proprio quest’ultima potrebbe venire meno, perché nel frattempo è stata sciolta l’assemblea regionale. E in questo modo vanificare il ricorso stesso, che la legge prevede sia presentato da almeno cinque regioni. L’altro è invece pienamente valido, e si basa sulle firme di 500mila elettori italiani, anch’esse poste in calce alla richiesta dell’abrogazione della norme. Una legge che «penalizza il sud d’Italia, per via del trasferimento di nuove competenze e più risorse alle regioni del settentrione», ha ricordato la segretaria provinciale socialista, Monica Carta, aprendo il convegno. Al quale è intervenuto anche il presidente regionale del partito, Rocco Celentano, e l’avvocata Pietrina Putzolu, candidata alle ultime elezioni europee.

Il docente Cuccodoro è poi passato a evidenziare le pecche della legge Calderoli. Che dà la possibilità per le regioni interessate di ottenere la competenza primaria su 23 materie, tra le quali sanità, trasporti e pubblica istruzione. Piemonte, Lombardia e Veneto hanno già chiesto di siglare le intese con il governo. «Nel fare la norma – ha spiegato Cuccodoro – il legislatore non ha tenuto conto che la coperta economica è corta e se una parte di queste risorse prenderà direttamente la strada delle regioni del nord, mancherà a quell’operazione di riequilibrio della condizione globale del paese, che invece andrebbe garantita». L’altra pecca, secondo il docente di area socialista, sono i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, per assicurare almeno la quota minima di servizi in tutta la nazione: «La norma li prevede – ha evidenziato Cuccodoro – ma non c’è alcuna indicazione su come renderli concreti».

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Published by
Francesco Pirisi