CAGLIARI – La giunta regionale ha appena deliberato il decreto legge “Disposizioni per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili” che sarà trasmesso al più presto al consiglio regionale per iniziare il suo iter.
La Sardegna è la prima Regione d’Italia a proporre una legge sulle aree idonee con circa 3 mesi di anticipo rispetto alla scadenza prevista dal Governo. Siamo orgogliosi di aver presentato un modello virtuoso di transizione ecologica basato sullo sviluppo sostenibile, sulla tutela dell’ambiente, sul rispetto del suolo, del paesaggio, dei territori e dei cittadini sardi.
Con questa legge, non solo decliniamo i criteri che rendono un’area idonea o non idonea all’installazione di impianti rinnovabili, ma stanziamo un’importante dote economica a favore della Sardegna.
Vogliamo che ogni famiglia e impresa sarda si possa produrre la propria energia. Infatti, da qui al 2030, investiamo circa 700 milioni di euro per le comunità energetiche, impianti fotovoltaici, accumuli di energia elettrica per autoconsumo, con incentivi – anche a fondo perduto – destinati a cittadini, Comuni, imprese, privati ed enti regionali.
Gli impianti in corso di autorizzazione, o che hanno già ottenuto un’autorizzazione ma non hanno iniziato i lavori, non potranno essere realizzati se l’area prevista nel progetto non è ritenuta idonea.
Garantiamo la produzione e la vocazione agricola e la sostenibilità energetica della filiera agroalimentare, anche mediante integrazioni al reddito delle imprese agricole sarde, favorendo pratiche di autoconsumo aziendale. Inoltre, entro 120 giorni, la giunta dovrà approvare il disegno di legge che istituisce l’Agenzia regionale sarda dell’energia.
Come ulteriore garanzia contro la speculazione, prevediamo l’obbligo per le imprese di presentare 2 polizze fideiussorie: una finalizzata a garantire la corretta realizzazione dell’impianto e ad evitare di lasciare cantieri incompiuti, e l’altra – dal valore doppio rispetto a quello dell’impianto – finalizzata a garantire la corretta dismissione di questo quando giunto a fine vita. Queste polizze sono uno strumento contro quelle società con bassissimo capitale nate al solo scopo di vendere l’autorizzazione al migliore acquirente. Sia chiaro: l’autorizzazione viene concessa a chi stipula precedentemente la polizza.
“Questa – conclude Todde – per noi è una sfida trasformativa che ferma la speculazione e blocca il consumo selvaggio di suolo, finanziando l’autoproduzione, le comunità energetiche e l’autoconsumo con l’obiettivo di tagliare i costi delle bollette per i sardi. La Sardegna non si farà più calpestare ma gestirà la propria transizione ecologica”.
“Con questo disegno di legge è possibile che si arrivi a circa il 99% del territorio sardo vincolato”: lo sostiene l’assessore dell’Industria Emanuele Cani ai microfoni dei cronisti a Villa Devoto al termine della seduta della giunta che ha approvato il disegno di legge che recepisce il decreto ministeriale di Pichetto-Fratin sulle rinnovabili, che assegna alla Sardegna ulteriori 6,2 gigawatt di produzione di energia green.
Gli impianti eolici e fotovoltaici nelle zone definite come non idonee, dunque, saranno bloccati. Si supera così la cosiddetta moratoria impugnata dal governo.
PRATOBELLO 24 – Allo stesso modo sarà superata anche la proposta di iniziativa popolare cosiddetta Pratobello 24? “Questa norma rappresenterà un vincolo molto importante nella regione Sardegna”, risponde l’assessore.
IMPIANTI OFFSHORE – E sugli impianti eolici offshore spiega che “stiamo facendo una battaglia innanzitutto per allontanare il più possibile la questione della realizzazione degli impianti offshore dalle coste della Sardegna – chiarisce Cani – e poi nel decreto legge appena approvato stabiliamo dei vincoli molto importanti relativamente alle infrastrutture a terra di quegli impianti, nel senso che consideriamo inidoneo quasi tutto il territorio costiero regionale”.
Soddisfatto anche l’assessore degli Enti locali Francesco Spanedda: “Un lavoro che, per la sua complessità, sarebbe stato molto più difficile se non avessimo avuto un confronto franco e aperto con amministrazioni, tecnici, associazioni, comitati, e diversi rappresentanti del Consiglio Regionale”. “Con questa legge – aggiunge -, non solo decliniamo i criteri che rendono un’area idonea o non idonea all’installazione di impianti rinnovabili, ma stanziamo una dote economica strategica per comunità energetiche, impianti fotovoltaici, accumulo di energia elettrica per autoconsumo, efficientamento energetico e incentivi, anche a fondo perduto, destinati a persone, comuni, imprese ed enti”.