Mattarella inaugura l’anno scolastico a Cagliari: “Usiamo responsabilmente la tecnologia

CAGLIARI – 1300 studenti del Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele di Cagliari e di altre scuole della Sardegna e d’oltre Tirreno hanno accolto festosamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto insieme al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara alla XXIV edizione di “Tutti a Scuola”, la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico che quest’anno si svolge nel capoluogo sardo.

Un evento realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, trasmesso su Rai Uno e al quale hanno partecipato, fra gli altri, artisti del mondo della musica, dello spettacolo, della divulgazione scientifica e della cultura. Ospiti musicali: il maestro Giovanni Allevi e Arisa. Come ospiti sportivi, oltre alla cagliaritana Marta Maggetti (oro olimpico per la Vela), saranno presenti alcune campionesse della pallavolo femminile, oro olimpico a Parigi, come Paola Egonu, Alessia Orro, Myriam Sylla e la capitana Anna Danesi. Parteciperanno alla festa di “Tutti a Scuola” anche gli atleti paralimpici Alberto Amodeo, due volte oro nel nuoto a Parigi 2024, Monica Boggioni, anche lei oro nel nuoto, Martina Caironi, oro nei 100 metri, e Matteo Parenzan, oro nel tennistavolo. Sul palco, inoltre, gli attori Lucrezia Guidone e Vincenzo Ferrera, protagonisti della serie “Mare Fuori”, e un’orchestra composta da ragazzi dei Licei Musicali del Veneto, diretta dal maestro Leonardo De Amicis. Grande attesa per il discorso del presidente Mattarella che è arrivato al Convitto Nazionale di Cagliari poco dopo le 16 salutato dai piccoli allievi della primaria del Convitto che hanno letto un messaggio di benvenuto per il capo dello Stato.

Mattarella, nel suo discorso ha rimarcato che la scuola “è una strada su cui camminare insieme, giovani e adulti. È palestra, innanzitutto, di vita. Per le conoscenze, indispensabili, che trasmette. Per i valori, preziosi, che propone: fiducia, responsabilità, dialogo, accoglienza, rispetto”. Il presidente ha poi sottolineato che “la cuola educa a essere cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, sviluppa il senso di comunità, fa sperimentare la convivenza. Dalla qualità del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra società. A esso vanno dedicate indispensabili risorse adeguate, e idee, cura, attenzioni. La scuola non è una bolla, un recinto, un mondo a parte. Ma un organismo che vive nella società e concorre al suo progresso”. E poi un accenno alle nuove tecnologie: “I giovani sono più avanti nella conoscenza digitale – ha spiegato il presidente della Repubblica – Ne hanno fatto strumento di vita quotidiana. Tante volte nonni e genitori chiedono loro aiuto e consiglio e quelli che non lo fanno scoprirebbero un mondo prezioso se iniziassero. I ragazzi apprendono da noi, dalla nostra esperienza, e noi impariamo da loro. Per essere produttivo deve essere uno scambio alla pari”. Mattarella ha poi lanciato un forte ammonimento: “Non possiamo e non dobbiamo abbandonare i ragazzi a una chiusura solitaria, in un mondo dominato dalla tecnologia in cui talvolta rischiano di essere imprigionati – ha detto il capo dello Stato – Lo smartphone è uno strumento che aiuta nella vita quotidiana, ma non è, non rappresenta la vita, che è molto più complessa, ricca, emozionante. Non possiamo correre il rischio che lo strumento tecnologico, in continua evoluzione, assorba la quasi totalità delle attenzioni, delle relazioni, della vita”.

Mattarella si è soffermato anche sull’integrazione scolastica che “deve continuare a crescere nonostante le difficoltà. Vi sono vari e diversi fronti da curare con impegno e attenzione costanti: nei confronti dei portatori di disabilità, nei confronti dei meno abbienti, nei confronti degli immigrati. E` un impegno che viene richiesto dalla Costituzione. Ma è anche un investimento per la società del futuro. Ogni risorsa spesa in educazione la ritroveremo moltiplicata nel bene della collettività”. Il presidente ha affrontato anche il tema dell’abbandono scolastico definito “una piaga ancora aperta, nonostante l’impegno e la dedizione di molti insegnanti. In taluni contesti sociali la scuola è l’unica vera speranza di riscatto”. Mattarella ha inoltre individuato come prioritario l’obiettivo di “ridurre i divari, che dal territorio si proiettano sugli stessi diritti di cittadinanza, è anche questo un compito a cui ci richiama direttamente la Costituzione”. Il capo dello stato ha anche invitato a utilizzare “al meglio l’occasione offerta dal grande Piano di ripresa europeo, noto come PNRR, e che già ci aiuta a incrementare la sicurezza degli edifici scolastici. E` necessario proseguire su questo percorso virtuoso, facendo dell’Europa un investitore centrale nei settori strategici che aprono al futuro. La scuola è certamente uno di questi. L’Europa è l’orizzonte della nostra scuola”. Dal canto suo, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha evidenziato come Il dovere della scuola è quello di “saper tirar fuori tutte le intelligenze e tutti i talenti in condizioni di svilupparsi pienamente. Questa è la sua funzione costituzionale”. Valditara si è soffermato sulle novità introdotte nell’ambito scolastico citando, tra queste, la figura del “docente orientatore, e ‘Agenda Sud’ e poi anche quella di ‘Agenda Nord’, ed anche della figura del docente tutor”. “La puntuale valorizzazione delle predisposizioni dello studente, il costante dialogo con i genitori servono proprio per fornire quelle indicazioni consapevoli che possano far sì che ci sia una scelta nell’interesse del futuro dello studente”. Il ministro ha parlato di “permanente opera di personalizzazione dell’istruzione che “prevede anche una rinnovata attenzione ai talenti degli studenti con disabilità. Anche grazie all’attivazione di nuovi corsi di specializzazione” per nuovi insegnanti di sostegno.

“Senza specializzazione – ha concluso Valditara – noi non possiamo trasformare quei posti in organico di fatto, in organico di diritto”. “La cultura – ha detto ancora il ministro – è anche il più potente antidoto ai fenomeni del bullismo e di quell’atrofia esistenziale, di quella perdita del senso della vita e delle relazioni che è emersa prepotentemente anche da recenti casi di cronaca con purtroppo protagonisti giovani e giovanissimi. La persona infatti non va mai ridotta a individuo atomizzato, non va mai ridotta a monade in mezzo ad altre monadi, ma va sempre riconosciuta e presidiata come essere relazionali, come essere con gli altri. Ed è ancora una volta questo il messaggio di Giorgio La Pira. Persona è qualcosa di molto più profondo e di molto più articolato rispetto al semplice concetto di individuo”. Il ministro dell’Istruzione del Merito ha anche evidenziato come per la prima volta nella scuola italiana sia stato avviato un programma di “potenziamento dell’insegnamento della lingua italiana per quei ragazzi stranieri di prima generazione che rischiano altrimenti una forte dispersione scolastica e un serio insuccesso formativo”. L’iniziativa è stata decisa “quando siamo venuti a sapere che oltre il 30 per cento dei ragazzi stranieri di prima generazione va incontro alla dispersione scolastica, un abbandono precoce che significa che quei ragazzi non hanno un futuro vero davanti a sé, fatto di inclusione e non hanno un futuro lavorativo. Lo stesso è avvenuto quando siamo venuti a sapere che ancora in terza media il 20 per cento dei ragazzi stranieri di prima generazione ha un gap formativo rispetto ai ragazzi italiani. In sostanza mella stessa classe ci sono due ragazzi, con uno che è come se avesse la formazione di un anno in meno”.

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Salvatore