La protesta a Nuoro per la riapertura della discarica comunale degli inerti sarà portata in municipio.
L’ASSEMBLEA – Lo ha deciso ieri sera l’assemblea che ha riunito al Centro commerciale un gruppo di imprenditori edili e trasportatori. Riunione in cui sono stati evidenziati i disagi per il settore delle costruzioni, iniziati nello scorso luglio, quando ha chiuso i cancelli la discarica di “Su Berrinau”, sulla vecchia statale per Macomer.
I MOTIVI – La motivazione della decisione è stata quella legata alla fine del contratto di appalto tra comune e gestore dell’impianto. «Siamo impossibilitati a smaltire gli inerti – è stato spiegato durante l’assemblea – se non spostandoci da Nuoro, per conferire nelle discariche di Siniscola e Torpè, in provincia, o in quella di Benetutti. Ma questo comporta – hanno aggiunto gli impresari – un notevole aumento dei costi, che giocoforza si riflette sul prezzo da far pagare ai committenti dei lavori di ristrutturazione». Alcune cifre: smaltire 3 metri cubi d’inerti a Nuoro costa complessivamente circa 110 euro. Se si va fuori in provincia si arriva a spenderne 400 euro. Della questione si stanno interessando sia l’Ance (l’Associazione dei costruttori edili), sia la Cna, l’Apisarda e la Confindustria provinciale. Per l’Ance ieri al Centro commerciale l’intervento di Rosa Appeddu (anche nel ruolo di presidente della Cassa edile: «Il commissario del comune è già a conoscenza del problema – ha spiegato – e se ne sta occupando. Tra le soluzioni quella forse più concreta – ha aggiunto – è di trovare un nuovo sito, considerato che la discarica è stata chiusa anche per il venir meno delle autorizzazioni, oltre che per la fine dell’appalto con la ditta Cuguttu, di Benetutti, che l’ha gestita negli ultimi anni». La decisione dell’assemblea di ieri è di aspettare qualche giorni, per vedere se arrivano delle risposte. In caso contrario si chiederà l’incontro con il commissario comunale, Giovanni Pirisi. L’obiettivo è di venirne fuori da una situazione che sta bloccando l’intero settore delle costruzioni, con cantieri che vengono bloccati, oppure non partono proprio. Tra i danneggiati anche i trasportatori, i cosiddetti “padroncini”, la cui attività è strettamente legata al settore edile. Trasportatori in diversi casi rimasti senza lavoro.