NUORO- I primi due pazienti sono già stati presi in carico nelle scorse settimane. Ma, una volta a regime, tutti i pazienti affetti da SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) residenti nel territorio di pertinenza dell’ASL n. 3 di Nuoro, e anche i loro familiari e caregiver, potranno beneficiare dei vantaggi della telemedicina. Dopo i pazienti (circa 400) con scompenso cardiaco seguiti a domicilio con successo dal 2023 dalla centrale di monitoraggio, la telemedicina si estende ai pazienti con SLA con la finalità di migliorare la qualità della vita degli assistiti e delle famiglie e abbattendo sprechi e alleggerendo gli ospedali.
«Confortati anche dagli ottimi risultati raggiunti con i pazienti con scompenso cardiaco – conferma Gianluca Doa, direttore della Struttura Complessa Qualità, Governo Clinico e Gestione dei Processi Clinici e Logistici dell’ASL di Nuoro, che sovrintende anche la telemedicina e la Centrale di monitoraggio – attualmente siamo nella fase operativa della sperimentazione sulla presa in carico globale dei pazienti con la SLA». «In pratica – spiega Doa – così come accade per lo scompenso cardiaco, i presidi forniti ai pazienti e ai loro familiari/caregiver sono in grado di comunicare con lo smartphone del paziente (che funge dunque da trasmettitore) o con un tablet appositamente fornito con costante invio dei dati monitorati alla centrale operativa aziendale di telemedicina, che fornisce supporto quotidiano ai caregiver e agli operatori sanitari assegnati alla assistenza domiciliare».
Insomma: un salto di qualità non da poco per la qualità assistenziale dei pazienti, ma anche per la sicurezza e tranquillità dei familiari e/o caregiver, che vedrebbero quantomeno la riduzione della sensazione di smarrimento o inadeguatezza nel gestire pazienti con stadio avanzato della malattia. Senza contare che, come per lo scompenso cardiaco, ci sarà una riduzione dell’accesso improprio del paziente con SLA al Pronto Soccorso, a seguito di attivazione di allarme a domicilio.
Il Direttore Generale dell’ASL 3, Paolo Cannas, conferma: «Questi due step rappresentano le prime tipologie di pazienti presi in carico dalla telemedicina, ma a questi ne seguiranno altri, che utilizzano come base di supporto i PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) attivati in azienda. Penso ai pazienti oncologici che si cronicizzano, ai diabetici ecc.».