“La causa del cambiamento climatico è il sistema capitalista, con la distruzione delle foreste, boschi, agevola ondate di calore fino a 40 gradi, alta umidità, altri fenomeni estremi minacciano la salute dei lavoratori”… È quanto denuncia in un documento Piattaforma Comunista, sottoscritto e diffuso dal Collettivo Comunista (m-l) di Nuoro .
“Nei luoghi di lavoro non protetti dal calore si lavora con temperature altissime, se si sommano le conseguenze ai duri carichi e ritmi di lavoro, provocano effetti drammatici, come colpi di sole, stress da calore, crampi, affaticamento, collassi, sono la causa di rischiosi infortuni sul lavoro e in itinere. Spesso non si tiene conto della salute nei posti di lavoro, privati e pubblici, molte aziende considerano i dispositivi e misure per la tutela dei lavoratori, la loro incolumità fisica dei costi, anziché un investimento per garantire la produzione in situazioni di maggiore sicurezza. Occorre – continua il documento dei marxisti-leninisti – fermare il lavoro quando si superano i 35 gradi, modificare l’orario per evitare di lavorare nelle ore più calde, aumento delle pause, della loro frequenza, con riduzione dei ritmi e carichi di lavoro, fornire acqua fresca, ventilatori, docce, in locali freschi dove trascorrere la pause, dispositivi di protezione con indumenti idonei”.
“Nel momento storico che stiamo attraversando – conclude il documento – è importante ricordarsi dei rischi nei luoghi di lavoro, di quanti la mattina escono dalle loro case per guadagnarsi il pane, ma spesso non ritornano perché vittime dello sfruttamento del lavoro salariato”.
I marxisti-leninisti rivolgono un appello ai delegati sindacali per intervenire tempestivamente in difesa delle condizioni di lavoro. Recentemente anche Alessandra Todde, presidente della Regione Sarda, ha emesso un’ordinanza sul divieto del lavoro nelle ore più calde dalle 12,30 alle 16,00 fino al 31 agosto, quando il rischio è elevato, per chi lavora sotto il sole.
F. N.