Omicidio di Arzana: elementi alle indagini utili dalle telecamere di una banca

ARZANA – Si svolgeranno domani alle 18 nella chiesa di San Giovanni Battista ad Arzana, i funerali di Vincenzo Beniamino Marongiu, il pregiudicato di 52 anni del paese, ucciso ieri mattina in piazza Roma, pieno centro. In mattinata la pm Valentina Vitolo, firmerà il nulla osta che restituirà ai familiari la salma, dopo l’autopsia effettuata all’ospedale di Lanusei dal medico legale Roberto Demontis.

Le indagini intanto proseguono a tutto campo. Informazioni preziose potrebbero arrivare dalle telecamere di video sorveglianza del Banco di Sardegna che hanno ripreso la scena del delitto. Gli investigatori stanno passando al setaccio le immagini che hanno ripreso alcuni dettagli dell’azione dei due sicari, entrambi col volto coperto, uno dei quali ha atteso che Marongiu uscisse dal bar di un hotel, poi l’ha inseguito scaricandogli una raffica di proiettili. Il 52enne ha tentato una breve fuga, ma il killer lo ha inseguito per finirlo con un colpo di grazia alla tempia.

I Carabinieri del nucleo investigativo di Nuoro stanno completando gli accertamenti sull’arma del delitto: in un primo momento si pensava a una pistola a tamburo, ma nella tarda serata di ieri sono stati rinvenuti alcuni bossoli riconducibili a una pistola semiautomatica.

Il delitto ha lasciato attoniti gli abitanti di Arzana. “Sta per iniziare un consiglio comunale che dedicheremo interamente al fatto gravissimo che è successo ieri mattina – spiega il sindaco Angelo Stochino – Siamo preoccupati, non è mai successo che si uccidesse qualcuno alla luce del sole nel punto più nevralgico del paese. A dieci metri da piazza Roma, nel parco monsignor Virgilio, d’estate giocano 40 bambini, c’è il Banco di Sardegna con le telecamere, ci sono i tre bar più frequentati e un albergo. Per questo – spiega il primo cittadino – sono propenso a pensare che chi ha sparato non è di qui: in quella piazza avrebbe potuto esserci il figlio, il nonno, lo zio, la mamma. Arzana non è questa roba qui, è un paese che lavora, che vuole fare gioco di squadra e che si vuole lasciare alle spalle queste storie che ci riportano a un tempo buio”.

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Salvatore