«La mancata apertura della piscina di Farcana riduce l’appetibilità turistica del monte Ortobene e della città nel suo complesso». La denuncia arriva da Pino Nocerino, figura conosciuta nel mondo sportivo del capoluogo, è in particolare tra i frequentatori del tennis Club. «Credo che il Comune dovrebbe fare di tutto per riattivarla – aggiunge – anche se, a questo punto, solo per una parte dell’estate».
LA STRUTTURA – La piscina è stata realizzata negli anni ’70, nell’area di Farcana. Un impianto scoperto, con vasca olimpionica, da 50 metri. Ogni anno è stata utilizzata per i mesi estivi centrali. Quest’anno la sua apertura non è stata messa in programma. Complice certo la crisi politica in municipio, che ha assorbito non poche energie dell’amministrazione-Soddu. «Il vuoto è evidente – dice ancora Nocerino – e lo conferma il malcontento che si coglie a Nuoro. Negli anni l’impianto di Farcana ha rappresentato l’alternativa, per famiglie e gruppi di giovani, che per diverse ragioni non potevano raggiungere le località di mare. Altra carenza, non meno dannosa – rimarca Nocerino – per i turisti, che avrebbero potuto trascorrervi qualche ora, durante la parentesi di vacanza in città e sull’Ortobene». Azzerato anche l’indotto economico legato all’attività natatoria. Quello rappresentato da qualche assunzione temporanea e dagli stessi consumi, anche per via della consueta apertura di un servizio di ristorazione all’interno della struttura.
LA RIATTIVAZIONE COSTERÀ IL DOPPIO O Il TRIPLO – Il dirigente sportivo nuorese pone in evidenza anche un’altra conseguenza, se in quest’estate l’apertura dovesse saltare definitivamente: «Tra un anno i costi per riattivarla saranno raddoppiati o triplicati, considerato che l’impianto, con le sue attrezzature meccaniche, è particolarmente soggetto a usura». La mancata apertura dell’impianto natatorio si aggiunge all’indisponibilità nel capoluogo del campo scuola, dei campi da tennis, del bocciodromo, tutti interessati da interventi di ristrutturazione. Anche in questo caso chiusure lunghe, che limitano la possibilità per gli appassionati di dedicarsi alla pratica sportiva. I campi da tennis del Quadrivio sono chiusi dal giugno dell’anno scorso: «L’impresa avrebbe dovuto finire i lavori in 150 giorni – ricorda Nocerino – ma è invece già trascorso un anno, e ancora c’è molto da fare».