Eolico selvaggio. Dopo Saccargia una nuova Pratobello: da Nuoro l’invito alla mobilitazione popolare

Francesco Pirisi

Eolico selvaggio. Dopo Saccargia una nuova Pratobello: da Nuoro l’invito alla mobilitazione popolare

di Francesco Pirisi
mercoledì 26 Giugno 2024 - 09:33
Eolico selvaggio. Dopo Saccargia una nuova Pratobello: da Nuoro l’invito alla mobilitazione popolare

Nuoro, In palas anzenas (foto S.Novellu)

NUORO –  Dopo l’incontro di Saccargia una nuova Pratobello per dire “no” all’eolico selvaggio. La decisione è emersa ieri sera a Nuoro, nell’assemblea  organizzata dal movimenti LIBERU che ha riunito amministratori civici e comitati di cittadini, preoccupati che le campagne del Nuorese vengano coperte da pale da 240 metri per la produzione di energia. La mobilitazione partirà in tempi rapidi. Tra le azioni un concentramento di manifestanti sulla statale “389”, la Nuoro-Arbatax.

Nuoro, folla all'incontro In palas anzenas (foto S.Novellu)

Nuoro, folla all’incontro In palas anzenas (foto S.Novellu)

LA PROTESTA IN EBOLLIZIONE –  L’ha confermato la riunione all’ExMè. Alla quale hanno preso parte alcune centinaia di persone. Tra loro i sindaci di Orgosolo, Pasquale Mereu, Oliena, Sebastiano Congiu, Orani, Marco Ziranu, e l’ex vice-sindaco di Nuoro, Fabrizio Beccu, che hanno raccontato ancora una volta dei due progetti in atto (con una ventina di pale previste) che comprometterebbe valori ambientali e attività economiche alle pendici del Supramonte. La base giuridica degli interventi è il decreto Draghi, del 2021, per il quale la Sardegna deve garantire una produzione eolica di circa 6 giga watt. Tradotto in numero di pale fanno 4500 unità, già previste, che si aggiungerebbero alle 1082 in funzione. Alla base un affare per gli investitori (della Penisola) da oltre 8 miliardi.

Nuoro, folla all'incontro In palas anzenas (foto S.Novellu)

Nuoro, folla all’incontro In palas anzenas (foto S.Novellu)

IL TUTTO SAREBBE MOSSO DALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA –  L’ha detto il sindaco di Orgosolo, Mereu: «Non si spiega altrimenti che dietro centinaia di milioni d’investimenti ci siano società con capitale da appena 10mila euro. Del resto è risaputo – ha aggiunto – tra gli ultimi affari del boss Messina Denaro c’era l’eolico».

LIMITI NORMATIVI –  Il decreto del governo ha spogliato la Regione e i comuni dalla possibilità d’incidere sulle decisioni. Dando mano libera agli investitori. «Si arriva all’assurdo – hanno detto i sindaci – che il privato possa espropriare lo Stato. Per questo il confronto – hanno aggiunto – si deve spostare al ministero». Tra le soluzioni, l’istanza alla Corte europea di Lussemburgo, perché c’è un contrasto con le norme che stabiliscono il rispetto dei luoghi e delle persone. Non si lascerà fuori dalla rivendicazione la Regione. Il leader di “Liberu”, Pier Franco Devias: «Il confronto tra la presidente Todde e il ministero non ha cambiato di una virgola la situazione. Si è parlato di un successo nel tavolo romano – ha spiegato Devias – mentre rimane l’obbligo di contribuire con oltre 6gigawatt, nonostante il nostro fabbisogno ne richieda solo un paio». Sindaci e comitati hanno evidenziato proprio la contraddittorietà tra esigenze di consumo e produzione messa in capo all’isola, per evidenziare i fini speculativi.

Nuoro, In palas anzenas (foto S.Novellu)

Nuoro, In palas anzenas (foto S.Novellu)

I DATI –  Devias ha ribadito: «La Sardegna già oggi produce il 40 per cento in più rispetto ai propri consumi. La si vuole costringere a fare ancora di più – ha aggiunto – in una situazione in cui tra l’altro c’è una riduzione dell’utilizzo di energia, sia in Sardegna, sia nell’intero territorio dello Stato italiano».

PALE EOLICHE E ECONOMIA LOCALE – La previsione dell’Einstein Telescope, a Lula, starebbe bloccando il parco “Nuoro-sud”, delle 11 pale tra Oliena e Orgosolo, con stazione di accumulo nel capoluogo. «C’è il “no” dell’Istituto di fisica nucleare dell’università di Cagliari – ha spiegato il sindaco di Orgosolo, Mereu – perché una parte dell’impianto è a meno di 30 chilometri dal futuro centro di ricerca scientifica». Va avanti il secondo piano, quello con Orani e ancora Nuoro e Orgosolo. C’è già la comunicazione degli espropri. I sindaci hanno messo in rilievo i danni per il turismo e le attività agro-zootecniche: «Il successo dei nostri prodotti è legato all’immagine di un ambiente incontaminato», ha ricordato l’agronomo Maurizio Fadda, del comitato nuorese. Il santuario di Gonare. Un altro rischio pende sulla chiesa medioevale del monte Gonare, costruita a 1083 metri, in Barbagia. «Qualcuna delle pale, alte 240 metri, è prevista su una collina di 700 metri, che fronteggia il tempio. Facile da immaginare l’impatto negativo che ne conseguirà», è stato l’allarme lanciato da Ziranu, primo cittadino di Orani.

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