OLIENA – Il 65 per cento delle biodiversità europee crescono nelle campagne della Sardegna. Sono utilizzate nella cucina. Potrebbero essere ancora la base di rimedi naturali contro alcune malattie. Notizie emerse durante il convegno ieri nell’agriturismo “Camisadu”, a Oliena, promosso dall’associazione Terranostra, della Coldiretti.
IL CONVEGNO – Uno degli eventi dell’iniziativa “In Agriturismo con Grazia”, dove si parla di cibo, cultura e territorio, legandoli all’opera di Grazia Deledda, che molto si è soffermata sull’ambiente della Sardegna e sulle tradizioni. Percorso che proseguirà in autunno con appuntamenti a Lollove, Osidda e Sadali, in ognuno dei quali i partecipanti potranno conoscere quelle realtà sociali e l’ambiente dove vivono. A Oliena (lungo la vecchia strada per Orgosolo) ieri al centro del dibattito il tema delle erbe spontanee e piante da frutto autoctone, legandolo alla filosofia (esistenziale) della fitoalimurgia, che nei secoli ha designato l’alimentazione di necessità, proprio con i cibi vegetali selvatici. Ne hanno parlato i proprietari dell’agriturismo, Costantino Puggioni e Graziella Fele, e con loro il medico Franca Carboni. Ha introdotto Alessandro Serra, direttore della Coldiretti Nuoro-Ogliastra. Il suo un intervento per evidenziare il rilievo delle biodiversità, «che ci tutelano dal sistema globale, nell’alimentazione, nelle stesse terapie mediche, che oggi fagocita ogni specificità territoriale». Il valore di questi endemismi l’ha rimarcato subito dopo Puggioni, che da quest’anno è componente del comitato per la biodiversità della Regione Sardegna. «Qualche anno fa una multinazionale – racconta – aveva chiesto alla Regione l’autorizzazione di raccogliere i dati genetici di una serie di piante tipiche della nostra isola. Qualche tecnico del settore – ha aggiunto – è intervenuto e ha bloccato l’operazione prima che potesse andare in porto, con il danno che avrebbe causato».
CAMISADU – Puggioni, nell’agriturismo alle pendici del Corrasi, di queste piante ne ha fatto la base di molti piatti. Tra i quali il minestrone di “Lampatzu”, con una ventina di erbe, mischiate con maestria. E così, ogni giorno finiscono nella tavola di “Camisadu” pietanze con finocchietti selvatici, porri, cicorie. Nell’offerta per i turisti anche qualcuna delle 36 varietà di pere (dell’areale di Oliena) che la famiglia Puggioni ha ripescato dal dimenticatoio e portato dentro l’azienda. «Si potrebbe fare ancora di più – ha detto Puggioni, durante il convegno – con indubbi vantaggi economici per il territorio, a iniziare dalle attività della ristorazione». Le erbe selvatiche sono l’elemento distintivo della biodiversità, con i profumi e i sapori, che rendono la Sardegna unica nel mondo. Tutelarle e studiarle, questa l’indicazione scaturita dall’incontro a Oliena.
L’ESPERTO – «La biodiversità è fondamentale sia per la botanica, sia per l’uomo. Abbiamo una storia specifica – ha detto Franca Carboni – di cibi, luoghi, territorio. Diverse medicine sono a base di erbe selvatiche, che hanno anche contribuito nei tempi ad assicurare il sostentamento energetico dei nostri avi». Aspetti di cui si tornerà a parlare nei prossimi appuntamenti negli agriturismi e nelle tre giornate autunnali di Lollove, Osidda e Sadali, entrate nel programma di Terranostra, della Coldiretti. «Tappe che saranno pubblicizzate anche attraverso le agenzie turistiche», ha rimarcato Silvana Sedda, dirigente dell’organizzazione agricola.