Nuoro. Il Monsignore ci riprova: a breve l’inaugurazione del nuovo altare della Cattedrale

Salvatore

Nuoro. Il Monsignore ci riprova: a breve l’inaugurazione del nuovo altare della Cattedrale

martedì 18 Giugno 2024 - 06:00
Nuoro. Il Monsignore ci riprova: a breve l’inaugurazione del nuovo altare della Cattedrale

Il nuovo ambone della Cattedrale di Nuoro

NUORO – A sorpresa, dopo la precedente bocciatura del progetto voluto dal vescovo monsignor Mosè Marcìa nel 2017, la Diocesi Nuorese ci riprova (e in tutta urgenza) con la realizzazione del nuovo altare (mensa e ambone) della cattedrale di Nuoro, questa volta voluto dal vescovo monsignor Antonello Mura.

L’inaugurazione è prevista per il prossimo 3 luglio. Il provvedimento, come ci si aspettava, non ha tardato a provocare polemiche e malumore fra fedeli e comuni cittadini, memori delle proteste degli scorsi anni, allora sfociate in una democratica assemblea popolare e conseguente sottoscrizione di oltre 5000 firme raccolte dal Comitato popolare poi consegnate al vescovo Marcìa.

Abbiamo sentito a riguardo il parere del giornalista e cultore di storia locale Michele Pintore, che nella precedente protesta del 2017 ha svolto il ruolo di portavoce del “Comitato popolare NO al progetto Ziranu per il nuovo presbiterio della Cattedrale di Nuoro”.

L'altare cattedrale di Nuoro prima del 1932

L’altare cattedrale di Nuoro prima del 1932

Pintore, ci faccia capire, ma il problema tra favorevoli e contrari al contestato “progetto Ziranu”, presentato nel 2017 non era stato superato con con il riposizionamento nel 2019 dell’altare originario progettato dall’architetto Giacomo Galfrè nel 1849? Certamente! Con il ritiro del “progetto Ziranu”, l’adeguamento del presbiterio e la messa in opera dell’antico altare di Galfrè, il problema sembrava risolto. Tuttavia, memori dell’esperienza precedente, quando nel febbraio 2017 si era tentato di realizzare “in sordina” il contrastato progetto, a titolo precauzionale, nel febbraio 2019 avevamo rilasciato alla stampa una dichiarazione in cui, seppure si dimostrasse soddisfazione per il recupero dell’altare originario, allo stesso tempo, si faceva presente che si nutrivano fondate perplessità sul fatto che il riposizionamento dell’antico altare fosse stato effettuato non nella posizione originaria ma più a sud, lasciando in questo modo più spazio nel presbiterio. Questo fatto, sembrava presagire “a un futuro tentativo di riprogettazione…”. Come vede, a pensar male certe volte ci si azzecca, vista la soluzione a cui si è arrivati ora.

Ma in concreto, che cosa non andrebbe bene nel contestato progetto voluto adesso da monsignor Mura? Va detto innanzitutto, che non si capisce che competenza abbia il vescovo di Nuoro sulla cattedrale (intesa come edificio), dal momento che lo Statuto del Capitolo della stessa, del 23 settembre 2004 (salvo eventuali modifiche approvate in seguito), all’articolo 28, alla voce Proprietà e beni, recita che: “La chiesa Cattedrale, il sagrato antistante, l’aula capitolare, i vani annessi delle sagrestie… ecc. ecc. sono proprietà dell’ente Capitolo“ (L’istituto capitolare è persona giuridica pubblica). Non si capisce quindi il ruolo del Vescovo (autorità pro tempore), a differenza dell’ente Capitolo (autorità competente, sempre presente sul territorio). In conclusione, ufficialmente, né ora né nella precedente protesta, è stata (o per lo meno non ci risulta), alcuna presa di posizione da parte del Capitolo nuorese. Eppure alla presentazione del primo progetto (poi bocciato), il vescovo di allora, monsignor Marcìa, davanti all’assemblea popolare convocata per l’occasione dichiarò senza mezzi termini: «Il progetto del nuovo presbiterio è un’opera voluta espressamente da me, costerà intorno ai 150.000 euro (forse anche di più) e la voglio portare a termine prima di lasciare Nuoro». Se questo è dialogare!

Mi scusi Pintore, a detta di esperti liturgisti, si tratta di lavori necessari per adeguamenti liturgici previsti in base alle norme della C.E.I. secondo direttive e  esigenze conciliari  Certo, bisogna rispettare le direttive conciliari, ma bisogna anche tenere conto che dietro queste “direttive” si nascondono interpretazioni spesso soggettive e che danno adito a interpretazioni diverse, spesso messe in atto a “macchia di leopardo”. Direttive, che molti fanno finta di non vedere o di non conoscere a fondo, dal momento che riguardo all’adeguamento liturgico il testo della C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana) a pagina 187, capitolo 56 riporta: “ Il progetto accoglierà anche i suggerimenti della comunità dei fedeli, che saranno coinvolti sia nella preparazione, sia in quella sperimentale del progetto”. Nel caso di Nuoro nulla è avvenuto di tutto questo (o almeno così parrebbe o forse ci è sfuggito, in tal caso ci dimostrino il contrario). Certo è che dopo gli otto anni di episcopato di monsignor Marcìa, ci si sarebbe auspicata maggiore apertura al dialogo e alla reciproca collaborazione con l’attuale monsignor Mura. Nulla di tutto questo purtroppo è avvenuto. Eppure, il 15 settembre del 2019 , all’atto di presa di possesso della diocesi nuorese il novello vescovo davanti ai nuoresi aveva pronunciato promettenti parole, come: “Facciamo insieme lavoro di squadra! …”. Purtroppo bisogna prendere atto che la squadra si è persa strada facendo.

Vuole essere più chiaro su questi nuovi lavori che riguardano mensa e ambone? – Inizialmente, la cattedrale nuorese disponeva di una mensa lignea mobile, che negli anni ‘70, in base alle disposizione previste venne sostituita con quella attuale, sobria e massiccia, realizzata in marmo bianco perfettamente adattata allo stile della chiesa, e così ha reso il suo dignitoso servizio liturgico per circa mezzo secolo. Non si capisce pertanto il progetto proposto (ma forse e meglio dire imposto dall’attuale vescovo Mura). Verrebbe da pensare che le celebrazioni nella cattedrale nuorese per mezzo secolo siano state abusive e non a norma, fatto di cui fedeli restano sconcertati. Come si resta sconcertati anche per le diverse interpretazioni delle norme liturgiche in fatto di adeguanti, che vede le sopracitate interpretazioni messe in atto a “macchia di leopardo”, che danno il senso di una Chiesa fatta di “addetti ai lavori” dalle idee poco chiare. Non si capisce, pertanto, perché in diverse chiese sarde (cattedrali comprese) le mense liturgiche, come il caso di quella attualmente presente nella cattedrale di Nuoro, siano ritenute a norma (dal momento che nessuno ha pensato di sostituirle) e in altre no. Un esempio tra i tanti è il caso della Cattedrale di San Nicola a Sassari, sede arcivescovile, dove è presente una mensa liturgica per tutto simile a quella della cattedrale nuorese. O forse sarebbe il caso di informare monsignor Gian Franco Saba arcivescovo metropolita turritano, che la sua cattedrale è fuori norma? Sconcerto da parte dei fedeli inoltre per spese eccessive per opere da molti ritenute non certo belle che comportano spese altissime, spese che contrastano e stridono con una realtà attuale fatta di povertà , miseria e guerre, come ci ricorda sempre Papa Francesco. Opere che, di fatto, non servono ad avvicinare i fedeli alla Chiesa, dal momento che le chiese sono desolatamente sempre più vuote e la cattedrale di Nuoro ne è un triste esempio, mentre si cerca di sopperire a tutto questo riempiendole con freddi marmi e opere spesso contestate dagli stessi fedeli.

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