NUORO – Il bilancio del comune di Nuoro non passa neppure all’ultimo tentativo, quello dell’assemblea civica tenutosi ieri e concluso intorno a mezzanotte. Le operazioni di voto in pratica hanno segnato la fine, dopo 9 anni (e due mandati), dell’esperienza amministrativa del sindaco Andrea Soddu e della sua coalizione civica. La conseguenza sarà l’arrivo del commissario, che governerà l’ente sino alle elezioni, nella primavera del prossimo anno.
LA VOTAZIONE – Il voto in aula è in parità, 11 favorevoli e altrettanti contrari. Ma per le regole dell’amministrazione pubblica vale come un “no” al documento e alla prosecuzione del governo eletto dai cittadini. Non basta al sindaco Andrea Soddu e alla sua amministrazione l’uscita dall’aula degli esponenti del Centro-Destra Saiu, Zola e Arcadu, che avevano votato contro il bilancio il 16 maggio, durante il primo dei quattro tentativi esperiti nel corso di un mese. Anche grazie alla disponibilità della Regione, di evitare il commissariamento e lo scioglimento dell’assemblea. La scelta dei tre esponenti all’interno della linea politica sintetizzata come “né con Soddu, né con il Campo Largo”. Quest’ultimo accusato da Saiu, Zola e Arcadu di «voler prendere il comune senza passare per le elezioni». Voto contrario al bilancio dal Pd (Prevosto e Demurtas), da Italia in Comune (Cocco e Dettori), dai civici Guccini e Melis, da Bidoni (Progetto per Nuoro) e dai tre esponenti (Mattu, Palumbo e Fadda) usciti a febbraio dalla lista “Andrea Soddu Sindaco”, gruppo politico quest’ultimo che anche ieri ha assicurato il grosso del sostegno al primo cittadino, con il voto di sette esponenti. Gli altri apporti dalle due consigliere del Misto (ex Italia in Comune), Boi e Boeddu, e dai due consiglieri Sanna e Brau, incasellati nello scacchiere del centro-destra, sconfitto da Soddu nel 2020.
IL RUOLO DEL PRESIDENTE – Tra le note di cronaca le dimissioni, proprio nei minuti precedenti all’inizio della seduta, dell’ufficio di presidenza de consiglio, sino a ieri formato dal presidente Sebastinan Cocco e dai due “vice”, Guria e Arcadu. Tanto che a presiedere la seduta è stato chiamato Pierluigi Saiu (Lega), il consigliere più anziano, per presenze nell’assemblea. La bocciatura del bilancio e l’affondamento dell’amministrazione civica hanno marciato paralleli al rifiuto degli oppositori del Campo largo ad accogliere la proposta degli stessi Saiu, Zola e Arcadu di sostituire la giunta-Soddu con un esecutivo espressione di tutte le forze politiche presenti nell’assemblea. Diniego che è stato l’inizio della fine della stessa soluzione politica, che i tre proponenti avevano condizionato all’unanimità del suo accoglimento. Oltre che al fatto che la nuova giunta (sempre con a capo Soddu) non annoverasse assessori uscenti, né consiglieri. Saiu, Zola e Arcadu hanno letto il rifiuto, degli oppositori della sinistra, come «La scelta di affidare la città al commissario, anche con la certezza di poter contare su un funzionario della stessa loro parte politica, in quanto di nomina regionale, oggi guidata dal Campo largo». Dal fronte dei contrari la soluzione è stata dichiarata «irricevibile». Perché funzionale alla permanenza alla guida del comune del sindaco Soddu, accusato «di un’amministrazione insufficiente e poco propensa al dialogo con le forze consiliari esterne alla sua coalizione». Posizione respinta dagli uomini del Sindaco, a iniziare dai consiglieri Calia e Obinu (“Andrea Soddu Sindaco”) e delle consigliere del Misto, Boi e Boeddu, che hanno evidenziato le azioni importanti dell’amministrazione, «Sia per il risanamento dell’ente, sia per migliorare servizi e infrastrutture».
IL SINDACO – Il Sindaco, da parte sua, ha accusato gli oppositori «Di avere privilegiato la loro voglia di contrapposizione al bene della città, rifiutando anche il governo delle larghe intese». Così come la via scelta per fare cadere l’amministrazione: «Avreste potuto sfiduciarmi andando davanti a un notaio, ma dopo avere approvato il bilancio. Evitando così alla città di dover patire le conseguenze di un ente che oggi non può spendere i soldi per garantire i servizi, i pagamenti e gli aiuti finanziari ai cittadini».