L’Alzheimer colpisce in lungo e largo la Sardegna. Prevenire e curare con le buone pratiche di vita: il convegno a Mamoiada

Francesco Pirisi

L’Alzheimer colpisce in lungo e largo la Sardegna. Prevenire e curare con le buone pratiche di vita: il convegno a Mamoiada

In Sardegna sono 20mila i pazienti con demenze. Tra loro chi ha sviluppato l’Alzheimer. La provincia del Sulcis-Iglesiente e quella di Sassari sono rispettivamente al secondo e terzo posto nazionale, come numero di casi. L’incidenza è legata all’invecchiamento della popolazione.
sabato 25 Maggio 2024 - 19:31
L’Alzheimer colpisce in lungo e largo la Sardegna.  Prevenire e curare con le buone pratiche di vita: il convegno a Mamoiada

Convegno sull'Alzheimer a Mamoiada (foto F. Pirisi)

Le risposte sono affidate alla prevenzione e alle attività che tengono mente e fisico in azione. Condizione e numeri emersi venerdì sera a Mamoiada, durante il convegno “Alzheimer Sardegna: insieme per sostenere”, organizzato dall’Amas, l’Asociazione malattia Alzheimer Sardegna, con il supporto del comune barbaricina e dell’Unitre. Incontro concluso con una rappresentazione teatrale da parte della compagnia “L’asino vola”. Mamoiada è stata la prima tappa del progetto d’informazione che l’Amas porta avanti in Sardegna, grazie a un finanziamento della Regione. «Siamo presenti in tutto il territorio isolano – ha spiegato la presidente Pina Ballore – con attività dirette a prevenire l’insorgenza delle malattie, dall’Alzheimer, la più nota, agli altri tipi di demenza. Nello specifico – ha aggiunto – spieghiamo, a pazienti e loro familiari, la natura delle patologie e, insieme, proponiamo attività di musico-terapia e arte-terapia, che aiutano a limitare gli effetti della malattia».

Convegno sull’Alzheimer a Mamoiada (foto F. Pirisi)

Gli stessi obiettivi che hanno spinto il comune di Mamoiada a sostenere l‘organizzazione dell’incontro, nei locali del Centro sociale: «Nella nostra comunità ci sono diversi casi di Alzheimer e di altri tipi di demenze – ha spiegato l’assessora dei Servizi sociali, Daniela Gregu – e spesso non c’è il supporto di un’informazione adeguata, che aiuti a gestire meglio la problematica sanitaria». Aspetti toccati nel convegno dal geriatra di Sassari, Antonio Nieddu, che segue l’attività dell’associazione. Tra i cui passaggi della relazione ci sono state proprio le informazione su come prevenire la malattia: «Un’importanza fondamentale – ha detto Nieddu – la riveste lo stile di vita, e questo sia per fronteggiare l’insorgere della malattia, a iniziare dall’Alzheimer, sia per limitarne o rallentarne gli effetti». Elementi che il medico, originario di Ittiri, ha accertato in tanti anni alla guida del reparto di Geriatria del Policlinico di Sassari, e di responsabile dell’Unità valutativa Alzheimer.

CAUSE – «Per quanto riguarda l’Alzheimer – ha spiegato Nieddu – la ricerca ha stabilito che, nel 15 per cento dei casi, vi è all’origine una motivazione genetica, di familiarità. In tutti gli altri casi – ha aggiunto – l’Alzheimer e le altre demenze sono da mettere in relazione con malattie concomitanti, quali il diabete, le affezioni cardio-vascolari, la depressione». Patologie sule quali incide lo stile di vita, in maniera decisiva. Come spiega  ancora il medico-geriatra: «Ci sono molti casi in cui i pazienti che hanno sviluppato l’Alzheimer avevano nella loro storia personale una depressione. Oppure altre malattie correlate, che possono diventare cause scatenanti delle demenze – ha ricordato Nieddu – e contribuire al suo sviluppo. Questo perché – ha aggiunto – in una fase avanzata della vita non si riesce più a gestirle i fattori scatenanti delle demenze».

ETÀ A RISCHIO – La fascia più colpita rimane è quella degli ultrasessantacinquenni. Ma sono sempre più i casi tra persone  con un’età a cavallo dei 50 anni. Conseguenze e manifestazioni della malattia. «I problemi maggiormente drammatici – rimarca dottor Nieddu – quando la malattia va avanti e ci sono i cosiddetti disturbi psicotici e comportamentali: dalle allucinazioni all’inversione del ritmo sonno-veglia, sino alle manifestazioni di aggressività e ai deliri» Prevenzione e cura. I rimedi sono più che altro l’inverso dei comportamenti che aprono la porta del cervello alle demenze, considerato che un farmaco decisivo non esiste: «Gli ultimi farmaci – dice Nieddu – presentano molte reazioni avverse. Per cui l’ente regolatore europeo non ne ha ammesso l’immissione in commercio». Decisamente meglio gestire in maniera felice e positiva la quotidianità. Nieddu: «Una cultura elevata e la mente in attività sono tra i modi per limitare gli effetti del male. Va evitata la solitudine, al stessa povertà – ha concluso Nieddu, a Mamoiada – e i fattori che possono determinare malattie cardio-vascolari».

Francesco Pirisi

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