Revenge Bomb: niente terrorismo ma una pericolosa vendetta sentimentale

Sonia

Revenge Bomb: niente terrorismo ma una pericolosa vendetta sentimentale

martedì 21 Maggio 2024 - 13:04
Revenge Bomb: niente terrorismo ma una pericolosa vendetta sentimentale

Conferenza Revenge Bomb (foto G. Dessì)

CAGLIARI – Un’indagine che lasciava presagire l’attività di una pericolosa cellula terroristica, poi gli sviluppi hanno rivelato una violenta vendetta sentimentale. Si è conclusa così l’operazione Revenge Bomb della Digos di Cagliari, che ha portato a tre misure cautelari nei confronti di due 21enni residenti a Vallermosa e Assemini e di un 38enne di Villasor già incarcerato a Uta per precedenti reati legati alla droga. Sono poi indagati anche un 20enne e un 19enne, non destinatari di misura cautelare. Tutto parte da un ordigno piazzato lo scorso 2 dicembre sul passaruota di una Fiat Panda in uso al figlio di un ispettore della Digos a Villaspeciosa. Proprio questo collegamento aveva fatto scattare l’allarme terrorismo, pensando inizialmente a un’intimidazione legata al lavoro dell’agente. Dalle indagini è però emerso che l’ordigno era indirizzato proprio al figlio del poliziotto, reo secondo i tre balordi di avere una relazione con l’ex ragazza di uno di loro. Alla giovane inoltre è stata indirizzata una scritta sessista su un muro, così come una scritta minatoria è stata marchiata a bomboletta sui muri del cimitero  di Vallermosa contro il comandante della locale stazione dei Carabinieri che doveva notificare a uno dei fermati un provvedimento orale. I tre sono indagati, a vario titolo, per i reati di danneggiamento aggravato, fabbricazione o detenzione di materiale esplodente, violenza o minaccia a pubblico ufficiale aggravata, minaccia e diffamazione aggravate.

L’ordigno, pur non essendo di grande potenza, avrebbe potuto causare gravi danni a una persona essendo riuscito a squarciare la carrozzeria dell’auto su cui era stato collocato. Disposte inoltre le perquisizioni informatiche, mentre nel corso del blitz di questa mattina sono state trovate a casa degli indagati delle dosi di marijuana, hashish e materiale per il confezionamento della droga, nonché armi da taglio e mazze.  «Non capivamo la natura e la finalità, poi le indagini hanno restituito una minor gravità, nonostante inizialmente si pensasse al terrorismo – ha commentato il questore Rosanna Lavezzaro – C’è stato un accordo perfetto con la Procura di Cagliari per ottenere il risultato». Soddisfatto anche il capo della Digos, Antonio Nicolli: «Pensavamo a un attentato nei confronti di un nostro ispettore, ma quello che è successo non è meno grave. Si tratta di reati nei confronti delle donne, atti molto brutti contro la ragazza e contro il figlio del nostro ispettore».

Giacomo Dessì

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Sostieni l'informazione libera e indipendente di Cronache Nuoresi