A Nuoro si cercano soluzioni per ridurre i viaggi della speranza

NUORO –  Negli ultimi anni sono aumentati i sardi che hanno intrapreso i viaggi della speranza  per seguire terapie mediche non disponibili nella nostra Isola. 

IL CONVEGNO –   La migrazione sanitaria è stata  centro del secondo convegno promosso ieri a Nuoro dall’associazione SVS Viaggi per la Salute.  Dopo il saluto della presidente della Regione Alessandra Todde  hanno preso la parola i relatori. 

Nuoro convegno sulla migrazione sanitari (foto Nieddu)

IDENTIKIT DEL PAZIENTE CHE RICORRE ALLA MIGRAZIONE SANITARIA – Chi sono i pazienti che ricorrono ai viaggi della speranza?  Questo è stato il focus dell’evento al quale gli esperti hanno risposto in modo esaustivo.  Con la messa in atto della privatizzazione della Sanità pubblica sempre più pazienti hanno varcato i confini regionali per cercare soluzioni sanitarie che qua non hanno trovato.  A questo si aggiungono le difficoltà di accesso all’assistenza medico sanitaria pubblica dovuta  alla carenza dei medici o alle lunghe liste d’attesa che costringono pazienti oncologici, ortopedici cardiologici, pediatrici ha rivolgersi a strutture ospedaliere delle regioni del Nord: Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna. Chi decide di effettuare un viaggio della speranza nel 78% dei casi è indirizzato in strutture pubbliche o convenzionate  effettuando in breve tempo effettuano visite specialistiche con eccellenze mediche. Nel  2019 la convenzione con il Mater Olbia doveva colmare il gap dato dalla migrazione sanitaria, non sono questo non è stato realizzato ma la tendenza di uscire fuori per curarsi negli ultimi cinque anni è aumentata. 

Nuoro convegno sulla migrazione sanitari (foto Nieddu)

SVS VIAGGI –  Il presidente Renato Pischedda ha spiegato l’obbiettivo dell’associazione nata per sopperire alle criticità di chi affronta un viaggio di questo genere offrendo servizi  di logistica e assistenza burocratica.  A oggi sono circa 833 tra   pazienti e famigliari che hanno richiesto aiuto alla SVS Viaggi.  La difficoltà principale è legata ai rimborsi stabiliti dalla legge  26/91  che non ha una interpretazione unica ma varia a seconda delle ASL territoriali.  I rimborsi non sono riconosciuti sempre all’accompagnatore perché alcune Asl richiedono la certificazione di uno specialista sardo mentre la norma in questo senso non chiede di specificare la provenienza. Spesso per ottenere gli indennizzi dei viaggi si ricorre a cause legali fin ora fortunatamente andate a buon fine. 

LE SOLUZIONI –  L’onorevole Roberto Deriu nel suo intervento si è impegnato a modificare  le procedure   delle attuali norme per ridurre i tempi di rimborso a 15 giorni attraverso un incontro interlocutorio con le associazioni.  L’assessore regionale alla Sanità Armando Bartolazzi ha evidenziato la necessità di sviluppare le terapie molecolari per  i singoli pazienti  come avviene in Svezia, dove la Sanità privata è inesistente. Potenziare nei presidi ospedalieri le specializzazioni  i servizi territoriali e risolvere la criticità dei medici di base.  In conclusione il deputato Emiliano Fenu ha esposto la proposta di legge  mirata a risolvere le problematiche legate alla migrazione sanitaria. La proposta punta a rendere più agevole l’accesso alle cure per chi è costretto a spostarsi

F.Nieddu

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Franceschino Nieddu