34 ore di attesa al Pronto soccorso per una frattura al femore: l’ASL si scusa ufficialmente: “ci stiamo organizzando”

NUORO – Da Sabato alle 7.30 a domenica alle 17.30 buttata in una barella per una frattura al femore con l’aggravante di avere 85 anni. Stessa storia e stesso scenario ma protagonista diverso.  Laura Zanzu denuncia  l’ennesimo caso di malasanità riguardante il nostro presidio ospedaliero  a causa della cronica  carenza del personale medico e sanitario.

LA DENUNCIA – «Sono indignata e furiosa di fronte alla situazione disumana che sto vivendo al pronto soccorso del San Francesco di Nuoro. Mia nonna di 85 anni è caduta, fratturandosi il femore, e da allora siamo intrappolati in un incubo che dura ormai da ore. – scrive-  Non c’è spazio neanche per respirare, figuriamoci per curare i pazienti! La sala d’attesa è diventata una prigione, con decine di persone stipate in uno spazio angusto, più simile a un allevamento intensivo che a un luogo di cura. E la risposta dell’ospedale alla nostra emergenza? “Il reparto di Ortopedia è chiuso, dobbiamo trasferire sua nonna altrove”. Ma dove? A chilometri di distanza, come se fossimo in una terra dimenticata dal progresso medico. Sassari, Olbia, Alghero… Qui ci giochiamo la vita e la salute in un’attesa infinita. E che dire della notte trascorsa su una barella, in mezzo a un caos indescrivibile? Non c’è stato neanche il minimo rispetto per il dolore e la sofferenza di mia nonna, che avrebbe almeno meritato una sala vuota per riposare dignitosamente. E aggiungiamo un’altra perla all’inefficienza e all’indifferenza dell’ospedale: stamattina ho tentato disperatamente di parlare con il direttore sanitario per ottenere almeno una risposta, ma sono stata respinta perché era troppo occupato con altre “pratiche”. Ho dovuto ricorrere alle forze dell’ordine affinché facessero da mediatori tra me e la direzione sanitaria, ma anche questo tentativo è stato vano. L’ospedale è un disastro totale e la polizia, purtroppo, non può risolvere il caos che regna qui. Chi avrà la dignità e la competenza di intervenire per porre fine a questa vergogna? È incredibile che in una situazione così critica, le persone responsabili si nascondano dietro a pratiche burocratiche e non diano risposte concrete e immediate a chi soffre e ha bisogno di aiuto».

LA RISPOSTA DELL’ASL – La signora 85enne è stata trasportata successivamente all’ospedale di Alghero ma la questione rimane sempre aperta anche se l’ASL replica puntualmente: «La direzione strategica dell’ASL n. 3 di Nuoro interviene sulla vicenda che, nei giorni scorsi, ha coinvolto una paziente dell’Ospedale San Francesco, resa pubblica in un post pubblicato sui social media e ripresa, oggi, sulla stampa. Attualmente la struttura complessa di Ortopedia può contare su tre ortopedici ospedalieri in servizio: numero insufficiente per riaprire il reparto in sicurezza. Ci stiamo attivando per cercare ogni soluzione utile alla riapertura, ma questo deve avvenire con il rispetto dei necessari criteri di sicurezza.
Per quanto riguarda i trasferimenti in altre strutture ospedaliere della rete regionale, questi ultimi giorni (in particolare nel fine settimana) abbiamo dovuto occuparci di diversi pazienti ortopedici. Va precisato che ogni paziente ha differenti necessità cliniche e, prima di essere trasferito, necessita di indagine diagnostica, consulenze anestesiologiche e/o cardiologiche, in modo che possa essere trattato velocemente nelle strutture riceventi. In alcuni casi abbiamo rispettato i tempi corretti, nel caso della signora (per diversi motivi) non siamo stati celeri quanto avremo voluto.
I casi accaduti nel fine settimana però, ci sono serviti per analizzare le problematiche emerse e per emanare delle circolari interne che serviranno per migliorare il servizio. Ci scusiamo per l’accaduto, ma ribadiamo che siamo impegnati tutti i giorni per cercare di gestire una situazione non facile e cercare delle soluzioni utili per migliorarci».

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Sonia