Dopo la bufera delle scorse ore sulle esternazioni del generale Roberto Vannacci, candidato per la Lega alle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno, che a proposito dei bambini disabili ha dichiarato: “Andrebbero fatte classi per ragazzi con grandi potenzialità e altre per quelli in difficoltà. Un disabile non lo metterei a correre con uno che fa il record dei 100 metri. La scuola deve essere dura e selettiva perché così sarà la vita”. A questo proposito è intervenuto anche Elio (al secolo Roberto Bellisari), di Elio e le Storie Tese, padre di Dante, ragazzo autistico, intervistato a Radio Capital da Mary Cacciola e Edoardo Buffoni nel corso della trasmissione TGZero.
«Nonostante le smentite – spiega Elio – mi soffermerei su una frase che è incontrovertibile e indiscutibile che lui ha detto, cioè: “io di disabilità non sono esperto”. Tutti quelli come me che vivono la disabilità 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, si sono chiesti “ma allora perché parli?“. Perché parlano quelli che non ne sanno niente? Dicono delle cose gravi. Quello delle classi differenziate è un concetto vecchissimo, superato, che non ha senso, che va contro l’inclusione che è la battaglia che tutti quelli come me, i papà e le mamme di figli speciali, combattono tutti i giorni. Allora perché arriva uno che non ne sa niente e dice queste minchiate? Già è dura, molto, è difficilissima qualsiasi cosa. Che parlino di temi come questi coloro che possono farlo, che ne sanno».
«Da quando nostro figlio Dante è nato cerchiamo di inserirlo in ogni contesto sociale, cerchiamo di fare in modo che conduca una vita inserita. È una cosa fattibile, in mezzo a mille sforzi e mille inefficienze. È un cammino che comincia da quando un figlio nasce, subito si incontrano ostacoli, assenze, incompetenze, truffe. Poi si entra a scuola e anche lì c’è da lottare, spendendo tantissimi soldi. Bisogna fare in modo di incontrare persone competenti che aiutino in questo cammino, ma non si trovano».
«Anche i cosiddetti insegnanti di sostegno, sono persone che ne sanno poco, spesso scelgono di farlo solo perché può essere utile per ottenere punteggi. Mentre invece, gli anni della scuola sono fondamentali per arrivare a un’autonomia e a un’indipendenza, che in molti casi è possibile. Gli insegnanti di sostegno arrivano due mesi dopo l’inizio dell’anno scolastico. In quei due mesi lì, cosa fai? Sono tutte cose vissute come opzionali, invece sono fondamentali. Anche perché si crea un certo legame fra l’insegnante di sostegno e quel ragazzo quella ragazza quindi più avanti si va più si cresce insieme e meglio è».
A proposito dell’aumento di diagnosi di autismo e di casi di autismo Elio aggiunge: «Non crescono solamente le diagnosi di autismo ma anche i casi. Non si sa perché in quanto bisogna fare studi che non vengono fatti perché non ci sono i fondi se non c’è nulla».
SNov.