Anche quest’anno sono tante le città sarde nella classifica dei comuni più generosi d’Italia per la donazione degli organi, e l’Isola si conferma fra le prime in Italia. È quanto emerge dalla quinta edizione dell’Indice del Dono, il rapporto realizzato dal Centro nazionale trapianti che analizza i numeri delle dichiarazioni di volontà alla donazione di organi e tessuti registrate nel 2023 al rinnovo delle carte d’identità nelle anagrafi di oltre 7mila comuni italiani. L’Indice è stato pubblicato dal Centro nazionale trapianti in vista della Giornata nazionale della donazione degli organi che si celebra domenica prossima 14 aprile: i valori sono espressi in centesimi e tengono conto di alcuni indicatori come la percentuale dei consensi, quella delle astensioni e il numero dei documenti emessi.
LA SARDEGNA- La nostra Isola complessivamente è terza tra le regioni italiane con un indice del dono di 67,38/100: la percentuale di consensi è del 76,5% e l’astensione è al 39,3% contro una media nazionale di 68,5% di sì e di 41,8% di astenuti. Tra le grandi città (con più di 100mila abitanti) Sassari ha raggiunto il terzo posto nazionale, con un indice del dono di 69,11/100, una percentuale di consensi del 79,7% e un’astensione del 40,8%. Quinta Cagliari, con un indice di 68,76/100. Ottimo risultato per la Sardegna anche nella top ten dei comuni medio-grandi (tra i 30 e i 100mila abitanti): qui al secondo posto nazionale si è classificata Nuoro, con un indice di 75,59 (84,6% di sì alla donazione, 32,7% di astenuti), mentre in decima posizione c’è Alghero (69,80/100). Dorgali è risultata invece sesta tra i comuni medio-piccoli (5-30mila abitanti), mentre Cardedu e Atzara sono rispettivamente ottava e decima tra i piccoli centri (meno di 5mila abitanti). Tra le diverse fasce d’età sono i sardi tra i 31 e i 40 anni i più generosi (84,7% di consensi): un risultato che li vede al primo posto nazionale tra i coetanei. Ma percentuali particolarmente elevate si riscontrano anche tra i 41-50enni (81,5%) e tra i 18-30enni (78,7%), mentre risulta più basso il consenso tra gli over 80 (51,2%).