In Sardegna si produce il 20 per cento della marjuana di tutto il mercato internazionale. Lo confermano le 142 iscrizioni nel registro degli indagati per coltivazione illegale, che ci sono stati l’anno passato. La percentuale maggiore di quest’attività illecita è nel Nuorese. Il dato è emerso ieri, a Nuoro, durante il convegno su sviluppo sociale ed economico della provincia, e il pericolo delle infiltrazioni mafiose. Convegno promosso dalla prefettura, insieme alla Camera di Commercio (che ha ospitato l’evento), alla Confindustria della Sardegna centrale e alla Coldiretti Nuoro-Ogliastra. Incontro aperto proprio dal prefetto di Nuoro, Giancarlo Dionisi, con una premessa già evidenziata in altri tempi, ma sempre attuale: «Si devono garantire condizioni di sicurezza e serenità al territorio – ha detto – affinché diventi possibile il suo sviluppo sociale ed economico».
Tra l’identificazione dell’obiettivo e il suo raggiungimento ci sono anche gli ostacoli determinati dalla criminalità. Il traffico della droga, si è detto. Gli altri elementi di tensione sono la presenza di relazioni tra il territorio e la malavita organizzata del sud della penisola, come ha dimostrato il caso della fuga da “Badu ‘e Carros”, nel febbraio dell’anno scorso, di Marco Raduano ritenuto uno degli esponenti di spicco della malavita pugliese. Tra le spie accese anche il fenomeno delle intimidazioni a cittadini e, soprattutto a imprese, per le quali una statistica metterebbe la Sardegna tra le prime regioni d’Italia. Pericoli e proposte di risposta emerse dagli interventi dei rappresentanti delle associazioni di categoria del mondo produttivo nuorese. Il presidente della Camera di Commercio, Agostino Cicalò: «La legalità è un presupposto per lo sviluppo – ha ricordato – e non siamo a fianco dell’impresa, affinché questa condizione sia costruita. Ci conforta – ha aggiunto – che nel 60 per cento dei casi vengono denunciati dai nostri iscritti i tentativi di infiltrazioni criminali». Giovanni Bitti, della Confindustria, ha escluso infiltrazione criminali nel territorio della provincia, «che sono invece presenti in altre aree della Sardegna». Dal capo degli imprenditori nuoresi, comunque, anche una richiesta, dai toni fermi e perentori: «Chiediamo un maggiore controllo da parte delle forze dell’ordine – ha detto – per consentire alle aziende di lavorare con la necessaria tranquillità». Il direttore della Coldiretti provinciale, Alessandro Serra, ha puntato il dito, invece, «sul problema del “saccheggio” dei premi comunitari». Altra cosa, i rischi derivanti al comparto agro-zootecnico, fondamentale nell’economia del Nuorese, da alcuni sistemi di etichettatura dei prodotti, «dove si fa riferimento a presunti rischi alla salute che deriverebbero dal consumo di latte o carne». Ritornando ai fenomeni criminosi, consistenza, natura e contrasto sono emersi dagli interventi degli esponenti di maggior responsabilità della magistratura in provincia e nella regione. La procuratrice della Repubblica di Nuoro, Patrizia Castaldini: «La criminalità in Sardegna – ha spiegato – sta mutando i suo connotati. I proventi delle attività illecite vengono spesso reinvestiti nel settore immobiliare, in particolar modo nelle coste». Fenomeno messo in rilievo anche da Rodolfo Savelli, procuratore distrettuale antimafia, che ha evidenziato due elementi della nuova criminalità, rispetto ai quei reati che interessano l’isola e il Nuorese: «I proventi del traffico della droga, nell’ambito internazionale – ha detto – vanno anche a finanziare attività terroristiche». Il secondo aspetto, la necessità di seguire attentamente il processo criminale, in tutte le sue fasi, «perché più distante il tempo tra la messa in atto del reato di avvio e i suoi processi successivi, tanto più difficile è perseguirlo e bloccarlo». Novità nelle vicende e nelle azioni della malavita, sempre più internazionale, dove si afferma un nuovo percorso di investimenti illegali che «coinvolge la malavita organizzata, il settore della ristorazione, la gestione dei rifiuti e, in ultimo, le attività nel campo delle energie rinnovabili», come ha rimarcato Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia, vice-presidente della commissione Giustizia di Montecitorio. Tra le risposte, emerse dal convegno: «Un progetto di rilancio del territorio, che deve partire dal fallimento di cui si è resa responsabile la classe politica», ha evidenziato Lorenzo Soro, presidente dell’Ordine degli avvocati di Nuoro. Il sindaco del capoluogo, Andrea Soddu, ha proposto che si torni a ragionale sulla linea tracciata oltre mezzo secolo fa dalla commissione d’inchiesta sui fenomeni dei banditismo in Sardegna, presieduta dal senatore Medici: «Si basava su repressione e interventi per lo sviluppo, a iniziare da quelli riguardanti l’istruzione». Il pericolo, evidenziato nel convegno da Luigi Patronaggio, procuratore generale a Cagliari, «È che la presenza della malavita possa condizionare ancora una volta le opportunità di sviluppo dell’isola e, in particolare, del Nuorese, com’è successo nel secolo scorso, durante gli anni segnati dal fenomeno del banditismo, quando gli imprenditori fuggirono, allarmati, dalla Sardegna e dalle sue aree interne, preda della criminalità».
Francesco Pirisi