Oliena. Il Tar riammette il gruppo di imprese escluso dalla gestione dei siti archeologici

Il TAR ha riammesso  il raggruppamento di imprese che a dicembre era stato escluso dal procedimento di gara per l’assegnazione dei siti archeologici di Lanaitho, Sa Sedda ‘e sos Carros e Grotta Corbeddu.   lo segnala Il gruppo consiliare Paris-Uliana Nova Gianfranca Salis, Enrica Picca, Sebastiano Boi.  «Lapidaria la sentenza che respinge senza se e senza ma tutte le motivazioni addotte dal lo Comune per dichiarare prive di requisiti le due ditte che si erano associate per partecipare nell’aprile 2023 al bando di gara per prendere in gestione i siti archeologici della valle» dichiarano i consiglieri di Opposizone.

«Il bando, uscito qualche mese prima delle elezioni amministrative dello scorso giugno,  prevedeva che le offerte potessero essere presentate fino all’otto maggio 2023 (poi prorogato al 9 maggio), e che la nuova gestione iniziasse nel giugno del 2023, al fine di salvaguardare la stagione turistica estiva. Dopo il 9 maggio non si è saputo più niente» precisano i consiglieri  che per  mesi  avevano chiesto notizie in merito presentando anche diverse interrogazioni in consiglio comunale.

« Le risposte alle nostre interrogazioni sono state le più diverse (difficoltà di nomina della commissione, malattia “ad oltranza” dei commissari) e più volte sono stati garantiti tempi brevi per la chiusura della procedura. Ma niente è successo fino al 27 dicembre 2023, quando  con un provvedimento del comune è stato escluso uno dei due gruppi partecipanti» dicono e proseguono: «Le imprese eliminate hanno chiesto al Comune di rivedere il provvedimento, dimostrando il possesso dei requisiti. Non ottenendo risposta  l’impresa è stata costretta a chiamare in causa il tribunale. La decisione del TAR non si è fatta attendere ed è stata netta, dando pienamente ragione al ricorrente: il raggruppamento guidato da Galaveras ha tutti i requisiti per partecipare al bando e l’esclusione è assolutamente immotivata».

La vicenda lascia l’amaro in bocca, non solo per i soldi pubblici (più di ottomila Euro)  sperperati in una causa che si sarebbe potuta evitare, ma anche per il tempo perso per la valorizzazione di questi due importantissimi siti archeologici, che ancora oggi, alle soglie del periodo pasquale, sono chiusi al pubblico.

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Sonia