Le immagini dei ragazzini colpiti dagli agenti a Pisa hanno scosso anche Sergio Mattarella che, con una mossa irrituale, ha chiamato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per fargli presente, “trovandone condivisione”, che “l’autorevolezza delle Forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni”. “Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento” è la chiusura della nota del capo dello Stato, una presa di posizione netta, in linea con l’opposizione che si è scagliata contro la gestione ‘muscolare’ delle manifestazioni mettendo sotto accusa il governo di centrodestra.
La maggioranza non ci sta e respinge gli addebiti: “le forze dell’ordine non si toccano”, dice il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “La sinistra spalleggia i violenti”, fa eco FdI. Lunedì, intanto, il ministro vedrà i leader sindacali, che hanno chiesto un incontro per salvaguardare il diritto a manifestare “che deve essere garantito a tutti”, ha sottolineato il segretario della Cgil, Maurizio Landini. Dal Viminale fanno notare che le parole di Mattarella sono state condivise dal ministro. Mercoledì scorso al question time alla Camera lui stesso aveva respinto “ogni suggestione che vi sia un disegno del governo per reprimere il dissenso politico e che questo disegno sia eseguito dalle forze di polizia”.
Ma, con il capo della Polizia Vittorio Pisani, sono in corso riflessioni e verifiche su ciò che è andato storto nella gestione di alcune manifestazioni. Perché quando schiacciati a terra o sotto i manganelli finiscono non i cosiddetti “professionisti del disordine”, ma studenti e studentesse minorenni inermi o madri che espongono bandiere – è successo sotto la sede Rai di Napoli – qualcosa non ha funzionato. Come ammette lo stesso Pisani. Pisani però allontana dalla Polizia il sospetto che dietro i comportamenti degli agenti possano esserci scelte politiche: “le iniziative e le decisioni adottate in sede locale non sono determinarte né da scelte né da direttive politiche. La Polizia di Stato è una polizia di un paese democratico e noi abbiamo il dovere di garantire la manifestazione del dissenso”.
La lettura dell’opposizione è netta: è l’esecutivo Meloni che in nome del ‘law and order’ ha dato mandato a gestire senza troppi riguardi le manifestazioni. E le parole di Mattarella hanno rafforzato il convincimento. Il capo dello Stato, spiega la segretaria dem Elly Schlein, “ha già detto tutto quello che c’era da dire. Quello che colpisce è il silenzio del governo e di Piantedosi. Meloni si esprima su quello che è successo ieri, con studenti minori bloccati a terra, e si esprima sulla gestione dell’ordine pubblico e su un clima di repressione che ha superato il limite”.