Il caso di Ilaria Salis cittadina italiana di origine dorgalese, detenuta da più di un anno nelle carceri ungheresi per essersi difesa da un’aggressione fascista, ha sviluppato in Italia forte interesse da parte dell’opinione pubblica con l’auspicio di non abbassare la guardia.
L’apparizione in un’aula del tribunale scortata da agenti in tenuta antisommossa incatenata a mani e piedi, ha suscitato perplessità e sdegno in quanto non sono stati garantiti i diritti umani mobilitando diverse organizzazioni con petizioni e appelli.
In un primo momento Roberto Salis padre di Ilaria, aveva espresso alle agenzie di stampa soddisfazione per l’interesse del nostro Governo, mentre per la concessione degli arresti domiciliare in Ungheria o in Italia non c’e ancora niente di concreto. Dopo l’ incontro con i ministri della Giustizia e degli Esteri Antonio Tajani e Carlo Nordio, il padre della ragazza ha affermato con molta amarezza:«Ci hanno lasciato soli, il Governo si è mosso solo quando Ilaria è apparsa in catene al guinzaglio, c’è stato detto dai dicasteri che il Governo Italiano non può interferire sulle questioni processuali ma sarebbe irrituale una posizione del genere. Dovremo cercare noi di fare qualcosa, ora per Ilaria c’è solo il carcere ad oltranza».
Per il caso dei Marò italiani in India Massimiliano Latorre e Salvatore Giron, accusati di aver ucciso due pescatori mentre erano di scorta ad una nave mercantile, la diplomazia del nostro paese era intervenuta riportandoli in Italia. A oggi sono 2500 gli italiani detenuti nei paesi stranieri.
F.Nieddu